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 2017  novembre 28 Martedì calendario

«F1 senza Ferrari? Da Marchionne una minaccia seria». Intervista a Toto Wolff

ABU DHABI Toto Wolff, ora che la Mercedes ha trionfato su tutti i fronti della F1, può ammetterlo: sapevate di essere i più forti. 
«No, perché nel momento in cui pensi di essere il migliore, forse hai già perso. Abbiamo dovuto tenere in grande conto la minaccia della Ferrari, è stata una battaglia dura».
C’è stato un momento più critico di altri?
«Il via della stagione. La Ferrari ha messo in pista una macchina che ha funzionato subito mentre noi abbiamo impiegato un po’ a capire quale fosse la direzione giusta da prendere con le gomme».
Che cosa vi ha stupito della Ferrari?
«Durante l’inverno tenti di immaginare chi potrebbe essere il rivale principale. Il cambio delle regole faceva sì che ritenessi la Red Bull il vero nemico. Sbagliavo: era la Ferrari. Pure questo ci ha colto di sorpresa».
Che cosa, invece, l’ha delusa della Rossa?
«Perché parlate di delusione?» 
Perché era ormai vicina a voi e ha mancato il k.o. 
«No, la Ferrari ha fatto un lavoro eccezionale: vi ricordate com’era messa nel 2016?»
Tesi: avete dato scacco matto omologando prima di Spa una quarta power unit che poteva sfuggire alle nuove regole sull’olio impiegato per potenziare la combustione.
«È una leggenda metropolitana. La questione del consumo d’olio non è stata il “proiettile d’argento” come tanti credevano. Sapevamo che sarebbe stata l’affidabilità, più che un surplus di prestazione, a condurre alla vittoria».
Giuri che non avete pensato di soffiare Vettel alla Ferrari.
«Sebastian devi sempre considerarlo. Ma siamo felici con i piloti che abbiamo. Non c’è mai stata una seria conversazione con Vettel».
Verstappen sarà il dopo-Hamilton?
«Non penso né a lui né ad altri. Lo scenario della F1 cambia così velocemente che non ha senso fare calcoli e progetti. Ora l’obiettivo è di dare la macchina migliore a Hamilton e a Bottas».
Ma quanto vale Max, secondo lei?
«Verstappen può essere una nuova superstar. Però deve completare il processo di crescita e combinare il talento, che già ha, con la capacità di sviluppare le monoposto».
Hamilton rimarrà a lungo alla Mercedes?
«È una parte importante della squadra. È cresciuto in un modo che dà vantaggi sia a lui sia al team. Sì, spero rimanga a lungo».
C ome si riparte con la giusta motivazione, dopo quattro titoli piloti e quattro costruttori consecutivi? 
«La pancia non è mai piena. Devi rimanere affamato e umile. E non devi dare per scontato che vincerai».
La Ferrari sembra sicura di detronizzarvi, nel 2018.
«Non la giudico una boutade. È invece una minaccia molto seria. Da un grande avversario devi sempre aspettarti sorprese: quindi, orecchie tese e occhi aperti».
Mercedes e Ferrari paiono sullo stesso fronte nelle discussioni politiche: non c’è il rischio che creiate una frattura insanabile con gli altri team?
«Abbiamo visioni comuni, le difendiamo nel contesto di un dibattito democratico. Nello sport ci sono sempre interessi diversi: nel calcio spagnolo, per dire, quelli del Real e del Barcellona non coincidono con quelli di altri club».
Marchionne minaccia l’addio della Ferrari, se la F1 perderà certe caratteristiche: quanto crede alle sue parole?
«Tutto quello che dice Marchionne va preso seriamente. La F1 deve rimanere il pinnacolo della tecnologia e della lotta tra i migliori. Se deludi questo messaggio con specifiche standard sulle macchine e cerchi di creare falsi ambienti che penalizzano i più forti e aiutano indiscriminatamente i più deboli, crei qualcosa che non può funzionare. Non è il nostro Dna e non vogliamo giocare così».
Che voto dà alla prima stagione di Liberty Media?
«Riparliamone tra un anno. Per ora non do voti: non sarebbe giusto».
È soddisfatto del nuovo promoter?
«Per ora la risposta è no».