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 2017  novembre 20 Lunedì calendario

Molestie, ecco il primo dietro-front su Brizzi

«Fausto Brizzi non mi ha fatto nulla». Cade un’accusa contro il regista romano, da giorni nell’occhio del ciclone per le presunte molestie sessuali che avrebbe inflitto ad alcune giovani attrici. Clarissa Marchese, l’ex Miss Italia che, a volto scoperto, alla trasmissione Le Iene aveva denunciato Brizzi di averla molestata nel corso di un provino, ha fortemente ridimensionato la sua accusa a Domenica Live, su Canale 5. «Mi ha chiesto se ero disposta a spogliarmi», ha dichiarato Clarissa a Barbara D’Urso, mentre alcuni ospiti del programma le rinfacciavano di aver rovinato la carriera del regista. «Non era violenza», ha ammesso, «Brizzi non mi ha fatto nulla, però mi sono sentita infastidita».
Ma ieri sera, alle Iene, altre cinque aspiranti attrici (a volto coperto) hanno accusato il regista di molestie. Solito scenario, il loft a San Lorenzo, solite improvvisazioni a sfondo erotico, nuove denunce di comportamenti hard da parte del regista. «È stata l’ultima puntata sul caso Brizzi», spiega l’autore dell’inchiesta Dino Giarrusso, «ora può intervenire la giustizia». Ma per il momento non esistono denunce penali a carico del regista di Notte prima degli esami.
LISTA SEGRETA
Intanto, sul caso Harvey Weinstein, spunta la lista segreta compilata dal produttore e contenente un centinaio di nomi pericolosi, un piccolo esercito di persone da mettere a tacere. Sono quelle che sapevano tutto e, come vittime o testimoni, avrebbero potuto denunciare il produttore per abusi sessuali: attori, produttori, addetti stampa, altri esponenti del mondo del cinema. Tra loro, le attrici Rose McGowan, Sophie Dix, Annabella Sciorra, Laura Madden, Zelda Perkins, tutte presunte vittime dell’ex re Mida del cinema.
Nel gennaio scorso, prima che lo scandalo deflagrasse, Weinstein aveva stilato la lista dei suoi potenziali accusatori, 91 per l’esattezza, e l’aveva consegnata ad una squadra di investigatori incaricati di scongiurare che le denunce venissero rese pubbliche. Lo ha rivelato il domenicale britannico The Observer. Nello stesso periodo il produttore assoldava una spia addestrata dal Mossad, Stella Penn Pechanac, per sabotare le denunce di Rose McGowan.
L’ATTACCO
Su Weinstein, accusato da decine di donne, pende ora anche la class action intentata da una signora (rimasta anonima) contro di lui, la Weinstein Co. e la Miramax. E dopo la denuncia di stupro dell’attrice di Braodwalk Empire Paz de la Huerta, la polizia di New York sta raccogliendo le prove per arrestarlo. Per il momento Weinstein non corre questo rischio perché si trova in Arizona, ospite di un centro di riabilitazione dalla dipendenza sessuale.
Intanto Asia Argento, una tra le prime attrici a denunciare (al New Yorker) di stupro il produttore, ha rilasciato una lunga intervista a The Guardian. «Le coscienze si stanno svegliando», ha detto l’attrice, «altri maiali cadranno e ognuno è un titolo d’onore». E ha aggiunto: «L’Italia è un Paese arcaico. Siamo stati talmente lobotomizzati dalla mercificazione della donna che le donne nemmeno si accorgono di venire molestate». L’attrice ha confermato il desiderio di lasciare il proprio Paese. «In Francia la gente mi ferma e mi ringrazia. In Italia mi guardano male, nessuno mi dice brava. Non sono una puttana per aver girato scene di sesso, ma una madre, una figlia, una donna».
Sul fronte delle molestie c’è poi da registrare la presa di posizione di Morrissey, ex frontman degli Smiths, in difesa di Kevin Spacey che, accusato di abusi sessuali anche su minorenni, è stato bandito da Hollywood e cancellato dal film (già girato) di Ridley Scott All the Money in the World. Al sito tedesco Der Spiegel ha detto: «Bisogna distinguere tra molestie e violenza, mi domando dove fossero i genitori del ragazzo che dichiara di essere stato molestato a 14 anni dall’attore. Quando sei nella camera da letto di qualcuno devi sapere a cosa vai incontro. Credo che Spacey sia stato attaccato ingiustamente».