Il Sole 24 Ore, 22 ottobre 2017
La pallanuoto italiana fa sempre più fatica tra carenze di sponsor, piscine e visibilità in tv
Tuffo d’inizio per il 99esimo campionato di pallanuoto di serie A1 che ha preso il via ieri con le prime due partite (Ekipe Orizzonte-Rari Nantes Florentia e Lazio Nuoto-Bogliasco) e culminerà con la final six dal 25 al 27 maggio.
Il Centenario
In vista della stagione 2018/19, il presidente della Fin, Paolo Barelli, ha annunciato che si costituirà un comitato organizzatore con tutti iprotagonisti della pallanuoto italiana, società, tecnici e dirigenti, con l’obiettivo di creare un grande evento. Intanto i problemi da affrontare sono tanti tra budget ridotti, pochi sponsor e una copertura televisiva inesistente o quasi (il torneo maschile e quello femminile che vede ai nastri di partenza 9 team con final six dall’11 al 13 maggio) saranno raccontati dal canale streaming Waterpolo Channel (in attesa di RaiSport).
Rimane quindi il tema di fondo di un potenziale che non si riesce a capitalizzare. Una situazione certificata da una ricerca di Stage Up secondo cui sono 1,5 milioni gli italiani molto interessati a questo sport. Maurizio Felugo, ex Nazionale e giocatore del Recco ed oggi presidente del club ligure spiega: «La vera differenza in termini di investimenti la fa la partecipazione alla Champions, torneo per cui si muovono pubblico, televisioni e sponsor. Per gli altri è difficile e il gap si sta allargando». In quest’ottica Felugo ricorda come quest’anno sia particolarmente importante per la Pro Recco, incaricata di organizzare la fase finale ad otto della Champions che si terrà a Genova tra il 7 e il 9 giugno prossimi e per cui sono in corso le trattative sui diritti tv. «Più in generale – ribadisce Felugo – mi piacerebbe poter far fare alla squadra una Champions itinerante, giocando in più città italiane. Purtroppo però mi scontro con la carenza di impianti all’altezza».
Le squadre favorite
Venendo al campionato il presidente del Recco descrive il cambio di strategia del club: «Abbiamo scelto di restringere la rosa, per non avere giocatori di altissimo livello che sono in acqua solo poche partite. Con un gruppo più coeso puntiamo di nuovo a vincere campionato, Champions e Coppa Italia. Sappiamo di partire come favoriti ma la formula finale con partite secche lascia sempre spazio a sorprese».
AN Brescia è stata la rivale dei liguri degli ultimi anni. Il presidente Gianluca Forese è fiducioso: «Abbiamo fatto piccoli interventi per perfezionare un organico già molto competitivo. Siamo in corsa su tutti i fronti». Il budget per la stagione supera il milione di euro, fondi che, spiega il presidente, arrivano da una importante rete di sponsor che abbiamo creato intorno al club. «In città – continua Forese – c’è grande interesse per la squadra, 7 volte su 10 la piscina è piena sebbene le partite “di cartello” siano poche poiché il gap tra le prime 3-4 squadre e le altre è netto». Per lo scudetto c’è anche Sport Management, spa sportiva con campo di gara a Busto Arsizio ma che gestisce 45 piscine in Italia e ha uno sponsor di peso come Banco Bpm. «La quadra si è rafforzata – racconta il presidente Sergio Tosi – che in questi anni ha portato nella pallanuoto un approccio più manageriale. Su 13 giocatori 7 sono nuovi. Abbiamo avuto buone occasioni di mercato». Tosi è però amaro nel valutare la condizione della pallanuoto italiana: «È un momento di involuzione economica e tecnica. Noi riusciamo a trovare sponsor anche perché ci relazioniamo con grandi aziende ma nel complesso lo scenario è sconfortante. In serie A non si riesce neppure a fissare un orario unico per le partite perché alcuni club non si possono permettere il pernottamento in trasferta». Secondo Tosi servirebbero una Lega staccata dalla Federazione, un canale tv e regole più severe sulla qualità degli impianti.
Le grandi città
Una spinta potrebbe arrivare dal coinvolgimento di una città storicamente assente come Milano che paga anche la mancanza di un impianto adatto. Qualcosa però si muove come sottolinea l’assessore allo Sport Roberta Guarnieri: «Il Coni ha già finanziato per la sua parte la creazione di uno stadio del nuoto dove oggi sorge la piscina Cardellino e siamo al lavoro per reperire i fondi privati per il completamento del progetto. Nel frattempo aumenteremo l’agibilità della piscina Cozzi, in centro città, per permettere alla squadra di serie A femminile di allenarsi e disputare qui le partite». Una città dove la pallanuoto è tradizione èi nvece Napoli e la Canottieri completa il quartetto di squadre che possono puntare allo scudetto puntando tutto sui talenti italiani: «Non abbiamo stranieri – spiega presidente Achille Ventura – il mercato per noi è caro ma possiamo contare su giovanili di alto livello. Purtroppo, da tempo noto un calo dell’attenzione degli sponsor. Oggi ci sosteniamo grazie al finanziamento dei circa 1000 soci». Per fortuna l’interesse dei giovani rimane tanto. Sarebbe utile, nota infine il presidente della Canottieri, sincronizzare meglio il calendario con le partite di calcio per evitare che si sovrappongano. Difficile invece ipotizzare un campionato concentrato nei mesi estivi a causa degli impegni delle Nazionali.