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 2017  ottobre 20 Venerdì calendario

Il patrimonio artistico italiano va in rovina. L’invettiva di Vittorio Sgarbi

Salvandomi dalla caduta di tegole e capitelli, non molti mesi fa ho visitato di notte, in perfetta solitudine, la basilica di Santa Croce a Firenze, accompagnato da un gentilissimo prete polacco, padre Eugenio. Ho visto gli affreschi di Giotto, generalmente in buone condizioni dopo ripetuti restauri, e i grandi monumenti, soprattutto quelli sepolcrali che fanno di Santa Croce il Pantheon di molti illustri italiani. Qui sono sepolti Michelangelo e Galileo, Machiavelli, Vittorio Alfieri, Ugo Foscolo e Gioacchino Rossini. Nei ‘Sepolcri’ Foscolo lo ricorda, parlando di Firenze: «ma più beata ché in un tempio accolte/ serbi l’itale glorie». A fianco dei grandi personaggi della cultura italiana, Santa Croce ospita anche monumenti sepolcrali più importanti per i loro autori, come quelli per Leonardo Bruni di Bernardo Rossellino e per Carlo Marsuppini di Desiderio da Settignano.
Assoluto capolavoro è poi la ‘Annunciazione’ di Donatello e il più bel monumento neoclassico di Firenze è quello alla contessa Sofia Zamoyska di Lorenzo Bartolini, autore in Santa Croce anche del monumento a Leon Battista Alberti. Dunque un luogo inevitabile e l’attrazione turistica più notevole della città, dopo gli Uffizi e il Battistero. Doppiamente monumento nazionale per la sua importanza storica e simbolica e perché appartenente allo Stato, nell’insolita e misconosciuta fattispecie dei beni del Fec, il fondo edifici di culto, in capo non al Comune o al ministero per i Beni culturali, ma al ministero dell’Interno. L’origine del patrimonio del Fec deriva dalle leggi dell’Italia post unitaria, con le quali si sopprimono le proprietà ecclesiastiche. Nel caso di Firenze, il Fec avrebbe stabilito una convenzione per attribuire all’Opera di Santa Croce la manutenzione della basilica.
In linea di principio, dunque, la responsabilità dell’incidente che ha portato alla morte del turista spagnolo non sarebbe né del ministero dei Beni culturali né del ministero degli Interni. Ma questa non è una consolazione, tantomeno davanti al mondo. Infatti la missione affidata al Fondo edifici di culto è propriamente quella, dopo le soppressioni, con la relativa cura dovuta alla Chiesa e agli ordini religiosi, di assicurare la tutela, la valorizzazione, la conservazione e il restauro dei beni. Ciò che è accaduto ieri contraddice questa missione. Oggi molti cercheranno giustificazioni: il ministro dei Beni culturali provvederà, dopo aver verificato le competenze, a un intervento di massima urgenza, con la stessa solerzia con cui ha lasciato abbattere il villino Naselli a Roma, affidandosi a un sovrintendente infedele e traditore; la Boldrina affiderà le sue raccomandazioni ad Asia Argento, in nome della solidarietà femminile, perché è stato colpito un maschio spagnolo, chiedendosi se non sia da interpretare come una punizione del cielo; Franceschini invocherà «un’indagine della magistratura per capire come sia accaduto questo fatto drammatico e se ci sono responsabilità sulla manutenzione»; Minniti si riparerà dietro la convenzione con l’Opera di Santa Croce.
In realtà, ognuno di questi rivela l’inadeguatezza dello Stato rispetto alla nostra principale ricchezza. Un luogo di bellezza deve produrre vita, non morte. Questa tragedia segnala l’insufficienza di attenzione per il nostro patrimonio monumentale. C’è poco da rimpiangere e poco da recriminare. Chiunque possegga un bene lo conserva per non perderne il valore o correre rischi. Lo Stato invece è distratto. Occorre destinare almeno il 3% alla manutenzione dei monumenti, non è ammissibile che da un edificio pubblico cada un capitello o una tegola. Così, la tegola è caduta in testa anche a Renzi, Nardella, Gentiloni, oltre a Minniti e a Franceschini, dando un tragico segnale della insufficiente attenzione dello Stato. Non è possibile, qui come altrove, andare avanti con tanta incuria.
L’Italia non ha il petrolio, spesso indicato come metafora, ma ha l’arte e su questa deve investire. Qualunque privato possegga un’opera d’arte la conserva bene, mentre il Fec lascia il suo patrimonio in queste condizioni. La sottovalutazione ha conseguenze negative ed estreme, fino alla morte del turista a Firenze, tradito dalla bellezza. Necessario è per questo, come io dico da molti anni, istituire un ministero del Tesoro dei beni culturali. Fonte di vita. Non devono più accadere episodi come quello di ieri. Poi la chiamano ‘fatalità’, ‘coincidenza’, ‘destino’: ma si può morire contemplando un’opera d’arte?