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 2017  ottobre 17 Martedì calendario

«Io lo respingevo, lui mi baciava». L’ex di Apprentice accusa Trump

WASHINGTON Donald Trump rischia di finire alla sbarra, con l’accusa di molestie sessuali. Summer Zervos, ex concorrente dello show televisivo «The Apprentice», ha presentato un esposto formale alla Corte Suprema dello Stato di New York. La donna aveva già denunciato pubblicamente Trump nell’ottobre del 2016, in piena campagna per le presidenziali. Dopo le elezioni non si era saputo più nulla e le voci erano sembrate dissolversi.
In realtà Summer Zervos si è presentata nel marzo scorso negli uffici giudiziari della «Grande Mela», anche se le carte sono state diffuse solo in questi giorni. I fatti risalgono al 2007. Summer era una star del popolare programma. Ecco la sua versione: «The Donald» la invita per un colloquio nella camera di un albergo a Beverly Hills, vicino a Los Angeles. L’incontro si trasforma in «un’imboscata». L’attuale presidente era all’epoca il protagonista assoluto dello spettacolo: a suo agio nella parte del businessman che valuta le qualità professionali dei partecipanti, fino al verdetto finale: assunti, oppure rumorosamente «fired», licenziati.
«Trump tentò di baciarmi, mi toccò il seno e premette il suo corpo contro il mio, mentre gli ripetevo di smetterla e cercavo di respingere i suoi disgustosi approcci», si legge nella querela presentata con l’assistenza di Gloria Allred, una delle legali più in vista del Paese.
Gli avvocati del presidente hanno tempo fino al 31 ottobre per convincere i giudici a non procedere. Nell’autunno scorso, l’allora candidato dei repubblicani si era difeso con una nota scritta: «Ricordo vagamente la signora Zervos come una delle concorrenti di The Apprentice. Per essere chiaro: non l’ho mai incontrata in un hotel, né, dieci anni fa, le ho riservato attenzioni inappropriate. Non sono quel tipo di persona e non è questo il modo in cui conduco la mia vita». Poi «The Donald» diede della «bugiarda» alla sua accusatrice, che replicò denunciandolo anche per diffamazione.
Ora la notizia si salda con lo «scandalo Weinstein», le rivelazioni sui comportamenti predatori del produttore di Hollywood. Per la Casa Bianca potrebbe aprirsi un altro fronte polemico molto insidioso.
L’anno scorso l’avvocata Allred, comparendo in una conferenza stampa a fianco di Summer Zervos, aveva annunciato «una battaglia totale», mettendo insieme tutte le accusatrici di Trump: almeno undici in quel momento. Da Jessica Leeds, una manager che sostiene di essere stata molestata in aereo, a Natasha Stoynoff, giornalista di People che ha riferito di palpeggiamenti dopo un’intervista nella residenza di Mar-a-Lago. E poi Karena Virginia, istruttrice di yoga, Rachel Crooks, receptionist nella Trump Tower. Una piccola folla di modelle, aspiranti attrici, partecipanti ai concorsi di bellezza o, più semplicemente, persone in cerca di un lavoro. Fatti, o misfatti, avvenuti tra gli anni Ottanta e il 2013.
Le testimonianze alimentarono una specie di tempesta mediatica perfetta, accompagnata dalla diffusione del video pecoreccio registrato nel 2005, in cui l’ex tycoon si vantava di poter fare «qualsiasi cosa con le donne, anche afferrarle per le parti intime». Tutto ciò, però, non fermò la corsa del costruttore newyorkese verso lo Studio Ovale.
I difensori di Trump sono già mobilitati. C’è da aspettarsi una potente controffensiva giuridica e anche politica. Come si è già visto in altre occasioni, per esempio con il «muslim ban», il presidente è pronto ad attaccare a fondo anche la magistratura.