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 2017  ottobre 12 Giovedì calendario

Alibaba lancia la sfida a Google e Amazon: 13 miliardi per sviluppare l’intelligenza artificiale

Alibaba investirà più di 15 miliardi di dollari (circa 13 miliardi di euro) nei prossimi 3 anni in un programma globale di ricerca e sviluppo per lanciare la sfida a Google e Amazon. Chi temeva la Cina per la concorrenza della sua manodopera a basso costo, si prepari. Quei tempi sono finiti già da un pezzo, ora Pechino vuole competere con il resto del mondo sulle tecnologie d’avanguardia, per diventare il leader dell’intelligenza artificiale (Ai) entro il 2030. E, come ci hanno insegnato con le infrastrutture, i cinesi non badano a spese per raggiungere l’obiettivo.
Alibaba, il gruppo di ecommerce fondato da Jack Ma a Hangzhou, ha annunciato ieri che intende costruire 7 nuovi laboratori di ricerca in Cina, negli Stati Uniti (uno in collaborazione con l’Università di Berkeley, in California), in Russia, Israele e Singapore, e assumerà 100 ricercatori per studiare l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose, il calcolo quantistico e la fintech.
Per portare avanti il programma è nata la Damo Academy, acronimo che sta per «discovery» (scoperta), «adventure» (avventura), «momentum» (impeto) e «outlook» (prospettive). «Mentre molti istituti di ricerca risolvono i problemi per i profitti, Damo li risolverà con profitto», ha affermato Jack Ma, rilanciando l’obiettivo di Alibaba di raggiungere 2 miliardi di clienti e creare 100 milioni di posti di lavoro in 20 anni. L’Accademia, che si avvarrà anche della consulenza degli esperti di alcune università, tra cui il Mit, Princeton e l’Università di Pechino, «sarà all’avanguardia per sviluppare le tecnologie di nuova generazione capaci di stimolare la crescita di Alibaba e dei nostri partner», ha detto il Chief Technology Officer, Jeff Zhang. E spiega che il gruppo punta a «scoprire tecnologie innovative che consentiranno maggiore efficienza, sicurezza del network e sinergia dell’ecosistema per i consumatori finali e le aziende dovunque».
La corsa di Alibaba è cominciata nel 2016, quando il gigante cinese ha subito una rapida espansione, che l’ha portato in diretta concorrenza non solo con Amazon ma anche con le aziende di pagamenti globali, del cloud e della logistica. Dall’anno scorso Alibaba ha investito circa 2 miliardi di dollari per acquistare una quota di maggioranza in Lazada.com, sito di shopping online basato a Singapore, per dar vita a a un network di hub di ecommerce nel Sud-Est asiatico insieme con il partner nei pagamenti, Ant Financial. E ora sta cercando di comprare il gruppo americano di trasferimenti di denaro, MoneyGram, ma per il momento l’acquisizione è sospesa e sotto esame, perché secondo alcuni porrebbe una minaccia alla sicurezza nazionale. Oltre al laboratorio di ricerca già esistente in California, dal 2016 il gruppo ha inoltre aperto nuovi data center in Europa, negli Usa, in Medio Oriente, Australia, Giappone, India, e Indonesia.
Adesso Alibaba vuole più che raddoppiare. Anche grazie alla spinta del governo di Pechino, che ha dato la priorità dei fondi pubblici agli investimenti nella ricerca sul calcolo quantistico, l’intelligenza artificiale e i big data, e ha sollecitato i governi provinciali, le università, le aziende militari e le società private a giocare un ruolo maggiore nello sviluppo delle nuove tecnologie, dove la Cina è indietro rispetto ai Paesi avanzati, che però fanno i conti con i vincoli di finanza pubblica.