Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  ottobre 11 Mercoledì calendario

l giallo dei 25mila euro nella scrivania. Lascia il presidente della Valle d’Aosta

AOSTA Il presidente della Valle d’Aosta, Pierluigi Marquis, ieri ha rassegnato le dimissioni prima di rischiare di essere sfiduciato questa mattina dal consiglio regionale dopo aver ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sul ritrovamento di 25mila euro in una scrivania dei suoi uffici. E così, la regione più piccola d’Italia con appena 130mila abitanti, continua a far parlare di sé e degli scandali della sua amministrazione, che forte della maggiore autonomia che deriva dallo statuto speciale, nel corso degli ultimi anni si è permessa grandi libertà. Come una delle più lunghe pause estive di tutti gli enti regionali, ben 47 giorni di vacanza per i consiglieri.
Tornando all’ultimo scandalo, ieri il governatore Marquis, il suo segretario particolare Donatello Trevisan e l’ex presidente del Consiglio regionale Marco Viérin hanno ricevuto un avviso di garanzia dalla procura di Aosta per concorso in calunnia nell’inchiesta sul ritrovamento dei soldi nella scrivania dell’ufficio del Presidente della Regione.
IL RITROVAMENTO
La vicenda risale allo scorso giugno quando Marquis, di ritorno da un viaggio, aveva denunciato alla polizia il ritrovamento dei 25mila euro in contanti e aveva anche consegnato alle forze dell’ordine documentazione e tessera bancaria del suo predecessore Augusto Rollandin, al quale era succeduto a marzo grazie a un ribaltone. Secondo gli inquirenti, dietro quella denuncia e quel denaro ci potrebbe essere stato un pacchetto preconfezionato per screditare Rollandin, soprannominato l’imperatore Augusto per il lunghissimo dominio regionale, incominciato con la sua prima presidenza nel 1984, proprio dopo uno scandalo della precedente giunta e poi alla guida dell’ente per altre cinque volte.
Lo scorso marzo, a causa di una doppia inchiesta da parte della Corte dei conti e della procura sui 120 milioni di finanziamenti per la ristrutturazione del casinò regionale, fu costretto a lasciare la guida dell’ente. Ma evidentemente, anche se a giugno la procura regionale della Corte dei conti regionale aveva emesso 22 inviti a dedurre a politici e manager contestando un danno erariale di 140 milioni di euro – la seconda richiesta più alta mai contestata in Italia (di cui 17,3 milioni a Rollandin, ma anche 4,44 milioni a Marquis) – i suoi avversari politici continuavano a temerlo.

LA POSIZIONE

Marquis, che non è mai stato ascoltato durante le indagini, ieri ha detto che «sono stati prelevati il mio computer e il telefonino nell’ufficio ma credo che ciò possa contribuire a fare maggior chiarezza di fronte alla mia estraneità in questa vicenda». E riguardo all’ipotesi di un possibile complotto ai danni del suo predecessore, il governatore dimissionario ha voluto chiarire che «nelle carte non c’è scritto quello, stanno facendo le indagini, è giusto che le facciano» e che «io rispondo di fronte a tutti i valdostani di quello che faccio». Poi però ha rassegnato le dimissioni, anche a fronte della mozione di sfiducia costruttiva presentata sia dalle forze di minoranza Union valdotaine, Pd ed Epav che dalla componente di maggioranza Union valdotaine progressiste. Intanto Rollandin ha subito approfittato per togliersi un macigno dalle scarpe. «Non ho mai pensato che si potesse arrivare a questo punto, mancava solo la pistola – ha detto – Oggi è una giornata che mi dà un po’ di respiro dopo un periodo bruttissimo».