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 2017  settembre 20 Mercoledì calendario

Il segreto della farfalla

Gli astronomi ci hanno insegnato che siamo tutti polvere di stelle. Ma le farfalle sono qualcosa in più. Scaglie di arcobaleno. La biologia evoluzionistica che si è fatta arte. Il loro campionario di disegni e sfumature si basa su un codice genetico semplice, che i ricercatori hanno iniziato a decrittare. Un solo gene basta alla natura per abbozzare gli schizzi artistici, spargendo sulle ali strisce e macchie. Un altro gene è sufficiente per tinteggiare queste simmetrie. Come in certi album per bambini: unisci i puntini e riempi le aree numerate. Altri geni serviranno per rifinire, pennellata dopo pennellata, questi dipinti su ala. Ma intanto abbiamo scoperto come si tracciano i contorni e come questa viva tela può essere resa vibrante di colore.
L’impresa è riuscita a Robert Reed della Cornell University che firma due studi appena usciti sulla rivista scientifica Pnas. I due gruppi con cui ha lavorato si sono serviti della tecnica più in voga per la modificazione genetica di precisione, la stessa usata all’inizio di agosto per produrre gli embrioni umani modificati. Il bello di questo sistema, chiamato Crispr, è che è praticamente universale, nel senso che sembra funzionare in tutti i tipi di organismi viventi. In questa occasione è stato impiegato per disattivare i geni artisti in 7 specie di lepidotteri, tra cui la carismatica farfalla monarca, famosa per l’accesa tinta arancione oltre che per le migrazioni epiche che compie tra nord e centro America. Spegnendo il gene pittore molti esemplari sono sbiaditi, fino a somigliare a delle foto black and white. Ma almeno in una specie, la Junonia coenia, il nero si è illuminato di glamour con un tocco blu iridescente. Silenziando il gene geometra, invece, è come se fosse cambiata la fantasia delle stampe.
Decifrare questo codice della bellezza è un’operazione seducente perché le farfalle hanno sempre esercitato un fascino particolare su uomini e donne. Sono ricorrenti nell’arte, dalle pitture rupestri preistoriche dei Pirenei al Liberty. Ci sono dame che nell’800 hanno mandato all’aria matrimoni e convenzioni per inseguire in giro per il mondo questi insetti, come Margaret Fountaine, detta Lady Butterfly. Ai giorni nostri il genio eclettico di Damien Hirst le ha messe insieme, componendo giganteschi mandala che assomigliano ai rosoni gotici.
Spesso la leggiadria ha oscurato l’utilità di questi insetti che, come ci ricorda l’entomologo Alessio Vovlas, sono al terzo posto fra gli impollinatori, dopo api e bombi. Neppure l’eleganza, comunque, è senza scopo. I disegni possono servire a maschi e femmine della stessa specie per riconoscersi. Quando indossano una livrea gialla le farfalle fanno di tutto per allarmare i predatori. Se sono verdi e simili a foglie si mimetizzano. La loro natura policroma è diventata cultura. Quelle blu affascinavano Nabokov: lo scrittore di Lolita amava collezionarle e studiarle. Le bianche erano sacre presso alcune popolazioni, perché si pensava che fossero spiriti infantili. Le rosse si diceva portassero cattivi presagi. Il loro ciclo vitale, da bruco a crisalide a farfalla, è servito alla cristianità a simboleggiare la vita ultraterrena. I greci del resto le chiamavano psyché. Ridipingere le loro ali, dunque, non è solo l’ultima magia biotech. È un po’ come colorarsi l’anima.