la Repubblica, 14 settembre 2017
Mosca sotto attacco via web, 50 mila evacuati
MOSCA Il terrore corre sul filo della Rete. Gli allarmi bomba, finora tutti finti, che da giorni tengono in ostaggio le forze dell’ordine e la popolazione della Federazione russa e che ieri nella sola Mosca hanno portato a sfollare 50mila persone, arrivano tramite telefonate anonime sul web preregistrate e poi “innescate” da appositi software a tappeto e in simultanea. Ogni volta lo stesso copione: via all’evacuazione e all’ispezione, vana, degli artificieri. Finora non è mai stato ritrovato alcun ordigno. C’è chi parla di “attacco spam” e chi di “terrorismo telefonico”. Da patria degli hacker Fancy Bear e Cozy Bear responsabili di decine di cyberattacchi, la Russia si ritrova vittima di probabili corsari informatici.
Il primo allarme bomba è arrivato domenica a Omsk, Siberia sudoccidentale. In serata è stata la volta di Rjazan, Sud di Mosca. Quando lunedì ben 42 minacce anonime hanno interessato decine di città, tra cui Celjabinsk e Ufa, molti hanno ipotizzato che si trattasse di esercitazioni su larga scala. Martedì l’escalation: allarmi in 22 città tra cui Perm, Novosibirsk ed Ekaterinburg, hanno portato a evacuare circa 45mila. Infine ieri nuove telefonate minatorie dall’exclave di Kaliningrad sul Baltico alla Kamchatka nell’Estremo Oriente Russo passando per Mosca. Nella sola capitale, nell’arco di un paio d’ore, vi sono stati oltre cento allarmi bomba. Tutti falsi. In totale circa 50mila persone sono state sfollate da una ventina di luoghi: i principali centri commerciali, tra cui i grandi magazzini Gum sulla Piazza Rossa, tre Università, tre hotel e ancora scuole superiori e stazioni ferroviarie. Ovunque sono stati dispiegati artificieri e unità cinofile. Ma a vuoto.
Dopo essere intervenuta in Siria nel settembre 2015, la Russia è entrata nel mirino dell’Isis che ha rivendicato l’attentato a San Pietroburgo costato la vita lo scorso 3 aprile a 13 persone. Stavolta la minaccia terroristica è virtuale. Il che rende ancora più difficile rintracciarne l’origine, benché fonti dei servizi abbiano ventilato una provenienza ucraina. «Non è mai successo nulla del genere prima d’ora, si tratta al cento per cento di terrorismo telefonico organizzato. L’obiettivo è seminare il panico», ha commentato Frants Klintsevich, vicecapo della Commissione Difesa presso la Camera alta, senza però escludere che possa trattarsi del lavoro preparatorio per un attacco terroristico su larga scala.