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 2017  settembre 13 Mercoledì calendario

Apple scatta l’ora X. Il campus icona di Cupertino cattura lo spirito di Steve Jobs

II 6 giugno 2011 Steve Jobs diede il via all’annuale conferenza mondiale degli sviluppatori, il giorno successivo, magrissimo, febbricitante, fu ospite del consiglio comunale di Cupertino per spiegare il progetto dell’Apple Park. Fu la sua ultima apparizione pubblica: il fondatore di Apple morì quattro mesi dopo, consumato dal tumore.
Jobs è l’uomo che ha reinventato il computer col Mac e ripensato l’industria discografica con l’iPod. Nel 2007, con l’iPhone, ha aperto l’era dello smartphone, poi con l’iPad quella del tablet: ma la sua invenzione più importante, dice Tim Cook, è Apple stessa. Che da ieri ha una nuova sede, pensata proprio da Jobs e realizzata con lo studio di Sir Norman Foster.
L’icona
È un luogo di lavoro, ma anche un’icona; dentro è vuoto: come si legge nel Tao te Ching, «è il foro centrale che rende utile la ruota». L’edificio principale ha un’area complessiva di 260.000 mq e all’interno potrebbe trovare posto l’intero Pentagono. In realtà ospita un prato, un laghetto e alberi da frutta. Albicocchi, gli stessi che nell’infanzia di Jobs crescevano proprio lì, intorno a quella che allora era la sede di Hewlett Packard.
La presentazione dell’iPhone X si è tenuta nello Steve Jobs Theater, un auditorium sotterraneo da 1000 posti, sormontato da una hall cilindrica in vetro di 6 metri per 50, coperta da un tetto piatto che pare sospeso nel nulla. L’auditorium sorge su uno dei punti più alti del campus, affacciato sui prati e sull’edificio principale, dove i lavori sono appena finiti: alcuni dipendenti si sono trasferiti qui già ad aprile, altri arriveranno nel corso dell’anno, per un totale di circa 12 mila persone.
I costi del progetto sono stimati intorno ai 5 miliardi di dollari. Il campus è alimentato interamente da energia rinnovabile, con un impianto fotovoltaico da 17 megawatt sul tetto dell’edificio centrale. Grazie alla ventilazione naturale non richiede riscaldamento né condizionamento per nove mesi all’anno. Il complesso si trova a meno di due chilometri dalla sede attuale (che rimane attiva), occupa una superficie di circa 708.000 mq e include uno spazio per i visitatori, con uno store e una caffetteria aperti al pubblico, un centro fitness per i dipendenti, laboratori di ricerca e sviluppo.
I dettagli
All’interno, l’attenzione ai dettagli è ossessiva e non risparmia nulla, dalle maniglie delle porte al colore del legno, dai caratteri delle scritte ai vetri curvi, che al mondo solo un’azienda tedesca è in grado di produrre (ma c’è anche un po’ di Italia, nelle pareti divisorie). «Steve era affascinato e ispirato dal paesaggio californiano, dalla sua luce e dalla sua ampiezza. Era il suo luogo prediletto per riflettere. Apple Park cattura il suo spirito incredibilmente bene» ha detto qualche mese fa Laurene Powell Jobs. Ed è per questo che la prima voce a risuonare dal palco è la sua, fragile, e incerta: «Creare qualcosa con il massimo amore e la massima cura significa trasmettere una parte di sé al mondo».