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 2017  settembre 12 Martedì calendario

Nadal&Federer, il primo Grande Slam condiviso

Diciamolo, Rafa Nadal e Roger Federer formano ormai una società di fatto. In assenza di un patto vero e proprio, si comportano come soci: detta così non fa una piega e sarebbe d’accordo anche un notaio. Il loro business è il tennis, gli utili che si dividono, oltre ai milioni di euro dei montepremi e degli sponsor, sono i tornei. Quest’anno, con il terzo trionfo del ramo spagnolo della ditta domenica a New York – siglato da una non-finale contro il pivot gentile Kevin Anderson che alla fine, allungato nell’imbarazzo dei suoi 203 centimetri (il più alto finalista Slam di sempre), sembrava l’imbucato sorpreso senza invito alla festa –, i dividendi sono in parità quasi perfetta. Due Slam e due Masters 1000 a testa, i primi due posti del ranking rioccupati senza se e senza ma. Cinque titoli in totale per Roger, che ha dominato la prima parte della stagione (oltre agli Australian Open e Wimbledon, Halle, Indian Wells e Miami), cinque per Rafa che come al solito ha cannibalizzato il rosso (Parigi più Montecarlo, Barcellona e Madrid) ma dopo 3 anni e mezzo (Doha 2014) e 8 finali perse è tornato a vincere anche sul cemento. E che cemento. A proposito: provate adesso, con 3 Us Open, 2 Wimbledon e 1 Australian Open in saccoccia, a dargli del terraiolo. Anche senza i 10 successi al Roland Garros starebbe alla pari di Becker ed Edberg.
Ora lo sprint per il n°1
Che nel 2017 Rafa&Roger, altrimenti detti Fedal (ma è orribile) rispettivamente a 31 e 36 anni siano riusciti per la quarta volta nella carriera a spartirsi tutti i major di una stagione e quasi metà dei Masters 1000, è un record pazzesco, oltre che una notizia angosciante per i giovani e finti giovani che tentano di esercitare nel ramo tennis. Il bello è che non finisce qui. Resta lo sprint per il n°1 di fine stagione, sempre roba loro, dopo che si saranno tolti lo sfizio di fare coppia fra due settimane nella Laver Cup. Nadal è in vantaggio di 1960 punti e ha un centinaio di punti da difendere contro i zero di Federer, che fra l’altro nella volata indoor in vista del Masters di Londra, lombalgia permettendo, ha più carte da giocarsi. E poi c’è il conto totale degli Slam: 19 per il Genio, 16 per il Cannibale. «Tre Slam di differenza sono tanti – ammette Rafa -: io non vivo per superare Roger e gioco ancora perché mi piace il tennis. Se sto bene, però, tutto è possibile. Non dovrei essere io a dirlo, ma viviamo in un epoca di campioni che fanno cose incredibili». Come da contratto. Rinnovabile.