Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  agosto 19 Sabato calendario

Il campionato nell’era della Var. Una rivoluzione in 7 monitor

Il calcio ai tempi della Var piace. A chi l’ha cercato con insistenza (l’Italia, in Europa, è una delle tre federazioni a sperimentare la novità con Germania e Portogallo), a chi ci ha lavorato con dedizione (i nostri arbitri guidati, in cattedra, dagli ex Rosetti e Rizzoli) e a chi dovrà abituarsi a usi e costumi nuovi come i giocatori e i tecnici. Ora bisogna superare la sfida del campo – alle 18 il via con Juve-Cagliari – e, soprattutto, farsi capire dai tifosi.
«Andate e fate bene»
La moviola in presa diretta c’è, ma non per tutte le occasioni. E non ci sarà sui maxischermi degli stadi perché non tutti gli stadi ce l’hanno e, soprattutto, perché ogni decisione presa può, comunque, lasciare dubbi per strada e strascichi sugli spalti. «Andate e fate bene», l’augurio, ieri nell’Aula Magna di Coverciano, del presidente della Figc Carlo Tavecchio ai fischietti riuniti in assise. Andate e fate bene, ma non protestate, verrebbe da dire ai giocatori e ai loro allenatori. Guai, infatti, a imitare quello che diventerà il gesto cult delle prossime ore: l’arbitro che fa un rettangolo con le mani per annunciare al mondo che l’esame-Var è cominciato.
Speranze e incognite
Con la svolta arriva anche un nuovo linguaggio del pallone: figurato, e non. Come detto, il giocatore non può mimare la tv per invitare il direttore di gara ad accenderla: se lo fa, arriva come minimo il giallo. Come se si oltrepassa la linea che delimita la zona del monitor a bordo campo, fra le due panchine e sotto un piccolo tetto, mentre l’arbitro sta riguardando l’azione. «Per capire il punto dell’eventuale contatto si useranno le immagini rallentate, per il resto la velocità sarà normale», racconta Rosetti. «Per il momento ci concentreremo sulla correttezza delle decisioni. Per la tempistica c’è tempo», sottolinea Rosetti. Correttezza, poi la tempistica: ma la seconda non potrà, fin da subito, andare oltre il buon senso perché scene tipo quelle viste a inizio agosto in Olanda (quasi 2’ per cancellare un gol e assegnare un giusto rigore dall’altra parte dello stadio durante la finale di Supercoppa) non sono ammesse.
Il calcio ai tempi della Var piace: ai media è stato chiesto di dare una mano per evitare pericolosi corto circuiti. Il resto, anche nella comunicazione, dovranno farlo loro, gli arbitri: ricordare perché la moviola in campo non è stata usata per un calcio d’angolo assegnato male può aiutare a prendere confidenza con la novità in fretta. «Parlare dopo le partite? Qualcosa faremo», sorride il presidente di categoria Marcello Nicchi.