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 2017  agosto 19 Sabato calendario

Caccia al mistero della longevità nascosto nel cipresso di San Francesco

È una delle testimonianze arboree delle virtù di resistenza della natura. Dopo oltre 800 anni, il cipresso di San Francesco in provincia di Rimini è ancora ospitato nella sua collocazione originale all’interno del Convento della Santa Croce dei Frati minori a Villa Verucchio. Certo, è un po’ indebolito dall’età e dai vari tentativi di incendio dei soldati di Napoleone. Si regge in piedi grazie a delle protesi metalliche un po’ arrugginite ma rispetto ad altri suoi simili molto più giovani sembra godere di buona salute. Con tutto il physique du rôle dell’albero monumentale, a fine mese sarà oggetto di studi scientifici che vogliono far luce sul segreto di lunga vita di questa pianta. La leggenda vuole che il cipresso sia germogliato in forma miracolosa dal bastone di San Francesco durante il viaggio in provincia di Rimini nel XIII secolo. Ma non è l’unico albero attribuito al passaggio del santo di Assisi. Tra gli altri ci sono un faggio vicino a Rieti, nel Lazio, due lecci ad Assisi, una coppia di ciliegi a Sirolo nelle Marche e il cipresso capovolto di Ischitella. Alberi che sembrano una traduzione vegetale del messaggio ecologista del santo ma che, in molti casi, non avrebbero le carte in regola per esserne suoi contemporanei. Per il cipresso di Villa Verucchio pare non ci siano dubbi sull’autentica data di nascita, ma da tempo si chiede l’ultima parola. «Dal cipresso sarà estratto un campione per avere prima di tutto una datazione precisa» spiega Sergio Guidi, agronomo e presidente dei Patriarchi della natura, l’associazione che tutela e promuove la ricerca sugli alberi monumentali italiani. Per studiare il cipresso da cima a fondo nei laboratori collegati all’associazione non sarà necessario spostarlo. L’albero è alto 25 metri e largo oltre 5. Il campione di legno arriverà dal succhiello di Pressler, una sorta di cavatappi in grado di ritagliare una carota di legno senza danneggiarlo. «Oltre all’età del cipresso, dagli anelli presenti all’interno del campione si potrà anche ricostruire l’evoluzione del clima in questa zona della Romagna su un arco di quasi mille anni» prosegue Guidi che è anche ricercatore dell’Arpa Emilia Romagna. «La carota di legno ci potrà raccontare l’andamento delle stagioni, i periodi di siccità, le annate favorevoli, le carestie e la presenza di inquinanti in atmosfera. All’interno dell’albero, per esempio, sono anche intrappolate le molecole di anidride carbonica che le persone hanno respirato qui centinaia di anni fa». Il secondo tipo di analisi prevede un passaggio al gascromatografo che consentirà di scavare in profondità nei tessuti legnosi di questo esemplare unico, almeno in Italia, di Cupressus sempervirens. E grazie a questi test si potrebbe rivelare il segreto di longevità di questa pianta che ha resistito ai capricci del tempo e alle miserie delle guerre. «Di sicuro c’è una componente genetica» aggiunge Guidi. «I cipressi più longevi possono avere un ciclo di vita dai 400 ai 600 anni ma quello di Villa Verucchio è un caso unico perché si trova all’interno di un chiostro, un ambiente non proprio ideale per questo genere di pianta ultrasecolare». Lo studio sarà un’opportunità per analizzare le proprietà febbrifughe di questo legno che difficilmente marcisce e sembra immune dai parassiti. «Il segreto» conclude Guidi «forse risiede anche all’interno dei tessuti del cipresso dove sono presenti in quantità sostanze come i polifenoli dai quali si ricavano, per esempio, diversi ingredienti per creme e infusi che favoriscono la microcircolazione del sangue».