Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  agosto 19 Sabato calendario

La verità di Gigio: «Sono sincero, ho sempre avuto solo il Milan in testa. Agli Europei volevo pensare a giocare ma era difficile, per esempio l’episodio dei dollari falsi, è stata dura»

Ricorderemo l’estate 2017 anche per il tormentone che ha coinvolto Gigio Donnarumma, questo cucciolo di fuoriclasse trasformatosi in poche (penosissime) settimane da diciottenne più talentuoso d’Italia a simbolo dei calciatori ingrati, viziati, strapagati e che ignorano il valore dello studio. Non è proprio così e Gigio, in genere di poche parole, ha molta voglia di spiegarsi e di lasciare questa «bellissima estate (sono ironico eh?)» alle spalle.
Gigio partiamo dall’happy end: com’è stare in camera con suo fratello Antonio? Non è che ha scoperto che russa?
«Sono io che russo! Quando dormo io, neanche una bomba mi sveglia. Scherzi a parte, dopo tanti anni passati lontano, è proprio bello stare sempre assieme, come facevamo da piccolini. Condividere poi il ruolo di portiere è ancora più stimolante».
Non teme che Antonio soffra l’etichetta del raccomandato?
«Ne ha già parlato lui. Allenarmi con Antonio aiuta anche me a crescere e guardate che qui, con mister Magni, si fa un ottimo lavoro. Certo si scherza anche, perché lavorare senza scherzare è pesantissimo».
In questi giorni ha mai pensato che avrebbe potuto giocare con Neymar? Il Psg la voleva...
«Ora gioco con Bonucci, che non è male!».
Allora parliamo di Bonucci, l’acquisto che, con rispetto per gli altri, ha fatto compiere il salto di qualità al mercato del Milan.
«Devo dire che mi ha fatto una grandissima impressione. Sono sincero, quando ho saputo che sarebbe arrivato sono rimasto sorpreso, l’ad Fassone e il ds Mirabelli stanno facendo un lavoro incredibile. Sono sicuro che Leo ci darà una grande mano, anche sul piano della personalità».
Tornando al Psg, quando l’hanno contattata lei aveva capito che avevano in testa un progetto così ambizioso?
«Non so, nella mia testa c’è sempre stato solo il Milan. Ho ricevuto tante offerte, dico la verità, e ho rinunciato a tanto per restare in quella che considero casa mia».
Però c’è stato un momento in cui da parte sua, per interposta persona, è arrivato un no al Milan.
«In quel periodo ero concentrato solo sugli Europei Under 21 che stavano per iniziare. Ho 18 anni, ero in un momento importante che poteva indirizzare la mia carriera. Non avevo la testa per decidere, volevo aspettare almeno la fine del torneo. Come ho detto, in quel momento sono anche arrivate molte offerte, avrei potuto guadagnare persino di più, ma non è stata una questione di soldi. Durante gli Europei, poi, si è scatenato un putiferio, sono stato molto male, c’è stato quell’episodio dei dollari falsi lanciati dai tifosi».
Ne vogliamo parlare?
«Non è stato un momento facile».
Le sue prestazioni agli Europei ne hanno risentito?
«Io ho cercato sempre di lavorare al massimo, ho dato la mia totale disponibilità al c.t. Di Biagio, mi dispiace tanto per il risultato. Poi, sa, le prestazioni dipendono da tante cose».
Aveva un po’ di timore a tornare a giocare a San Siro, temeva di essere accolto male?
«Sì, ero un po’ preoccupato, lo ammetto, avevo paura di una reazione negativa del pubblico, ero un po’ pessimista. Invece sono stati bravissimi, mi hanno accolto esattamente come avevano chiuso lo scorso anno».
Dopo il caos, ha modificato il suo atteggiamento verso i social?
«No. Certi giorni sono socialissimo, certi altri non posto niente. Li uso per distrarmi dopo l’allenamento, per non pensare solo al campo».
Ma di fronte a certe reazioni non ha pensato: «È tutto esagerato, in fondo è solo calcio»?
«Massì, ma se si fosse parlato solo di calcio non ci sarebbero stati problemi. Invece sono stati espressi giudizi sulla mia famiglia, sono state dette cose molto brutte, che hanno fatto stare molto male i miei».
Oltre a suo fratello, sua sorella e ai suoi genitori, abbiamo imparato a conoscere anche suo cognato sui social.
«Sono molto legato a lui, perché ha cominciato a frequentare casa nostra quando io ero piccolino e Antonio era già partito. Mi ha cresciuto come un fratello».
Veniamo al famigerato esame di maturità non dato. Che altro dire?
«Che so bene quanto è importante lo studio e che mi dispiace ma in quel momento non mi sentivo pronto, come credo succeda ad altri ragazzi. Non avevo studiato, è stato un anno impegnativo. Ma è una sfida importante: ho promesso alla mia famiglia e a me stesso che la affronterò più avanti».
Qual era la materia che la preoccupava di più?
«Economia».
Il suo agente Raiola sembra cavarsela.
«...» risata.
Quanto è stato importante il ruolo di Montella, che è andato a trovare la sua famiglia, per farla restare?
«Ma quello è stato solo un caffè, niente di che, non si è parlato di mercato».
Però c’è un’origine comune che vi lega, oltre che una storia simile: anche Montella è uscito di casa giovanissimo...
«Sì veniamo entrambi dalla Terronia. A parte le battute, con il mister ho un rapporto ottimo, scherziamo sempre in napoletano. Ed è vero, per la sua esperienza, lui poteva capire la mia situazione meglio di tanti altri».
Che cosa significa per lei la sua terra d’origine?
«Appena vedo il cartello che indica la fine del Lazio e l’inizio della Campania io sto già meglio, sento odore di mare, mi sento a casa».
Veniamo al Milan tutto nuovo che sta per iniziare il campionato: undici acquisti, tifosi entusiasti. Dove potete arrivare?
«L’obiettivo è tornare in Champions. È vero che abbiamo cambiato tanto, dobbiamo cercare di fare gruppo e far ambientare al meglio i giocatori nuovi. Stiamo tutti ascoltando il mister. Speriamo di fare grandi cose».
La Juve è sempre la squadra da battere o è l’anno buono per la rivoluzione?
«La Juve è per forza la favorita. Cerchiamo di battere tutte le altre e poi quando incontriamo la Juve cerchiamo di battere anche lei. Ci siamo anche noi».
Tra le candidate allo scudetto?
«Tra le squadre da battere».
Per concludere, ha imparato qualcosa da questa esperienza? Possiamo dire che il Milan è il suo esame di maturità?
«In un certo senso... Credo che quest’estate “bellissima” mi abbia fatto crescere molto. Sì, mi sento più maturo».