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 2017  agosto 12 Sabato calendario

A Wall Street allarme Bitcoin. Rischio bolla

Fra allarmi di una nuova crisi, sanzioni dell’Antitrust e arresti a Londra è un’estate calda per le monete virtuali. In particolare nel mirino è finito il Bitcoin, la più famosa fra le criptovalute, che secondo alcuni osservatori economici ed analisti rischia di essere una miccia che farà esplodere una nuova crisi finanziaria mondiale. Se i fondi investiti in questi strumenti sono decisamente inferiori rispetto a quelli depositati nei derivati nel 2007, si legge in un’analisi del Wall Street Journal, i Bitcoin e i prestiti peer-to-peer sono più rischiosi delle alternative alla moneta esistenti» dieci anni fa.
Alcuni osservatori però stigmatizzano: è «una piccola tempesta in un ancor più piccolo bicchier d’acqua», visto che il BitCoin ha una capitalizzazione di mercato di circa 45 miliardi di dollari (un ventesimo di Apple e un decimo di Amazon, per fare paragoni con i big della Borsa Usa). Il Bitcoin preoccupa comunque per diversi motivi: non è emesso da alcun governo, può essere usato senza l’intermediazione delle banche in transazione peer-to-peer, istantanee e tramite due parti qualsiasi. Senza contare che dall’inizio dell’anno il suo valore è salito da 1.000 a 3.000 dollari, attirando quindi l’interesse degli investitori. E non solo. Nelle ultime ore a Londra è stato arrestato un uomo che aveva allestito, proprio nel centro della City finanziaria, una boiler room (una sorta di call center) attraverso la quale convinceva i clienti contattati a investire in una criptovaluta inesistente. Ma il fenomeno ha preso piede anche in Italia, con le storture del caso. È recente la multa dell’Antitrust alle società promotrici della criptomoneta OneCoin, sanzionate per 2,6 milioni di euro per «vendita piramidale e promozione ingannevole».