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 2017  agosto 12 Sabato calendario

Tracciabilità per tutelare il Made in Italy: «Da noi verifiche senza eguali al mondo»

Quando si parla con chi si occupa dei controlli dei cibi, la risposta è sempre la stessa: se il prodotto è italiano si può andare sicuro. L’eccezione esiste sempre, il produttore che fa qualcosa di scorretto si trova ma, appunto, è un’eccezione.
Luigi Cortellessa, comandante in capo della Tutela Norme Comunitarie e Agroalimentari-Nac dei Carabinieri ne è convinto. «In Italia ci sono controlli che non hanno eguali in nessun altro Paese al mondo. Le industrie agroalimentari italiane sono fisiologicamente positive», assicura.
Dall’inizio del 2017 i Nac, i Nuclei Antifrodi dei Carabinieri, hanno sequestrato oltre 2 milioni di uova non sicure, cioè prive di tracciabilità, o con un’origine italiana falsa, in quanto provenienti dall’estero. «Il consumatore italiano può stare tranquillo perché noi svolgiamo controlli costanti sulla sicurezza alimentare e siamo in grado di vigilare sulla corretta tracciabilità dei prodotti alimentari, in particolare delle uova», afferma Cortellessa. L’ultimo sequestro di 18.500 uova risale al 4 agosto, in provincia di Napoli. L’attenzione, insomma, è massima. «Quando abbiamo saputo che cosa stava accadendo all’estero, abbiamo rassicurato tutti, i nostri controlli erano partiti già molti mesi prima», sostiene il colonnello Cortellessa.
Le uova sono considerate un prodotto a penetrazione massima. L’Italia, infatti, è non solo uno dei principali produttori dopo Francia e Spagna ma anche uno dei principali consumatori. Ogni giorno se ne consumano 36 milioni e mezzo. E ogni italiano ne mangia 257 in un anno, tra prodotti freschi o contenuti in dolci e cibi preparati. Ed è anche un prodotto supercontrollato. «La provenienza nazionale è facilmente visibile dal marchio IT stampato sui gusci», ricordano dalla direzione della Sicurezza alimentare del ministero della Salute. Sempre attraverso le indicazioni presenti sul guscio è possibile ottenere tutte le informazioni, una sorta di carta d’identità sul prodotto. Secondo la Coldiretti, però, non basta. «È necessario migliorarne la visibilità, non sono più sufficienti quattro codici e una data sul guscio, bisogna scrivere chiaramente anche sulle confezioni e sui cartoni da dove arrivano e rendere riconoscibile ogni possibile informazione ai consumatori».
Non solo le uova. I problemi in materia di alimenti riguardano tutti i prodotti del made in Italy, dal vino, alla mozzarella al parmigiano. Ma sono anche prodotti super-controllati.
Secondo il rapporto 2016 del Piano nazionale integrato (Pni) per la sicurezza alimentare, uno strumento nato per tutelare e garantire la salute dei consumatori, le Asl, attraverso i Servizi di igiene degli alimenti e quelli veterinari, nel 2016 hanno ispezionato oltre 275 mila tra impianti produttivi, attrezzature e mezzi di trasporto rilevando più di 54 mila infrazioni. I laboratori, poi, hanno effettuato poco meno di 99 mila analisi su quasi 40 mila campioni di alimenti, bevande e materiali a contatto con gli alimenti: solo 931 di questi sono risultati fuori legge, meno dello 0,25% del totale.
Per quel che riguarda la ricerca di residui negli alimenti di origine animale e nel miele, le analisi su oltre 41 mila campioni hanno identificato solo 49 prodotti contaminati, pari a una percentuale dello 0,12%.
I Carabinieri del Nas nel 2016 hanno svolto più di 33 mila ispezioni nell’ambito della sicurezza alimentare, e hanno individuato ben 11 mila irregolarità. Il nucleo Repressione frodi del ministero per le politiche agricole, invece, ha svolto più di 21 mila controlli su oltre 12 mila operatori del settore agroalimentare e 30 mila prodotti.