La Stampa, 12 agosto 2017
Rosari a Roma, arte a Milano. E tra i souvenir spunta Fracchia
Ai tempi del turismo mordi e fuggi, il souvenir è tornato di moda. Almeno secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio di Milano: sono oltre 18 mila le imprese sul territorio nazionale che vendono magneti, magliette, stampe, statuine religiose e la classica palla di vetro con la neve dentro. Un ritorno al passato. Quello in cui a ogni viaggio si associava un ricordo da mettere in bella mostra sulle mensole di casa.
Ricordi dell’estate
Ogni città offre una specialità. A Roma vanno forti gli oggetti di culto: dal rosario al cero, passando per il leggio e i testi sacri. Un business che coinvolge 108 negozi (su un totale nazionale di 441) rafforzato dal settore gemello degli arredi, soprattutto icone e statue di santi. Un primato che fa impallidire Napoli. La città, famosa per i suoi presepi, cede dal lato religioso ma si rifà nel comparto bomboniere: 157 imprese attive in questo settore. Una specialità di casa se si pensa all’entusiasmo con cui al Sud ogni matrimonio, cresima e comunione si trasforma in un evento da ricordare.
Milano si aggiudica il primato per gli oggetti d’arte: 253 imprese su 862 rientrano all’interno di questa categoria. Un mercato variegato che offre opere d’arte vere e proprie vendute nelle gallerie o gli oggetti di design che si trovano in negozi meno d’élite, ma comunque ricercati. Quindi largo a lampade, vasi, set da cucina e tutto quel che nel capoluogo lombardo considerano «fighetto».
«In passato molti ci chiedevano oggetti di tendenza come la poltrona sacco resa celebre da Fracchia – spiega Carmela Ciao, che da 25 anni gestisce il negozio Carpe Diem in zona Buenos Aires -. Da poco è terminato il momento fenicottero. Mentre l’ultimo trend sono le mappe da grattare o libri dove conservare le mete raggiunte».
Una storia che certifica il primato femminile nel settore: a livello nazionale, il 50,7% delle imprese è guidato da donne. «Spero che mia figlia, appassionata di design, continui la tradizione. Ma non è un momento facile – commenta la signora Ciao -. Vendite online e concorrenza aumentano. Abbiamo pensato di cambiare fascia di prezzo rispetto alla media di 30 euro ad articolo per puntare sui nuovi turisti: arabi o europei, purché spendano». Una sfida per le nuove generazioni, che gestiscono il 13% delle attività.
Il caso Venezia
Discorso a parte merita Venezia. A chi si lamenta dell’invasione, fa da contraltare il boom del commercio al dettaglio di oggetti d’artigianato: 171 negozi che vendono merletti, creazioni in vetro e maschere. E qui, molto spesso, la differenza si gioca sulla qualità: «Sono qui da 19 anni e da me il turista classico è cosa rara. Più che altro, ci sono persone che conoscono le mie creazioni e abbinano la vacanza a Venezia con una visita al negozio», racconta Gualtiero Salbego, artista che crea gioielli e ornamenti per tessuti nel suo negozio a Dorsoduro: «La mia è una zona molto frequentata, ma da me arrivano turisti che vogliono qualcosa che li contraddistingua. Comprando una mia creazione hanno un ricordo che è solo loro. Magari un pezzo unico». Forse la cosa migliore per ricordarsi di un viaggio.