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 2017  agosto 12 Sabato calendario

Baby Shapovalov. E se fosse lui il nuovo Federer?

Non ha un grande servizio perché non annienta i rivali al primo colpo, non ha un fisico bestiale perché è alto 1.83 e pesa 70 chili. Proprio per questi motivi la vittoria di Denis Shapovalov su Rafa Nadal negli ottavi di Montreal ha rasserenato chi, angosciato, si chiede che cosa sarà del tennis dopo Federer. Anche Shapovalov, cresciuto nel mito di Re Roger, era preoccupato del destino del suo sport e così ha scelto di cancellare la paura candidando se stesso come erede del fenomeno. Battere Nadal non a colpi di ace (9 contro 7 doppi falli) ma picchiando forte già nel riscaldamento con il dritto e il rovescio, a soli 18 anni, la metà esatta dell’età di Federer, è sinonimo di sicurezza, forza e classe. La rimonta culminata con la vittoria al tie break dopo 2 ore e 46 minuti (3-6, 6-4, 7-6) è più di una prova del nove dopo il successo contro l’altro suo idolo Del Potro al secondo turno. È già un personaggio, se a fare il tifo per lui c’erano Wayne Gretzky, il mito dell’hockey, e Penny Oleksiak, 17enne canadese campionessa di nuoto. Più di un’amica...

TRE MONDI La storia di Shapovalov, numero 143 prima di Montreal e più giovane a raggiungere i quarti di un Masters 1000, è quella del predestinato. Nato a Tel Aviv da genitori russi, cresce e vive in Canada, risiede alle Bahamas. È un cittadino del mondo. Asia, Europa e America: incarna tre continenti e ha affermato il suo talento a Wimbledon, nel palcoscenico più importante, vincendo il torneo juniores nel 2016. La madre Tessa gli ha insegnato a giocare quando aveva 5 anni, ma Denis sognava di diventare un campione di hockey ghiaccio. A 10 anni se c’era da scegliere tra un Nadal-Federer o una partita dei Toronto Maple Leafs nell’Nhl non aveva dubbi: si piazzava davanti alla tv e cominciava a tifare come un pazzo per la sua squadra del cuore. Poi, crescendo, ha cominciato a vincere e il suo colpo migliore assomigliava sempre di più a quello di Federer. Rovescio a una mano devastante, allo specchio rispetto a quello dello svizzero perché Denis è mancino: si leggono come la scrittura speculare di Leonardo. Per chi incrocia Shapovalov sul campo il risultato è rincorrere un lungolinea e poi un incrociato. A tale velocità, il rovescio tirato in quel modo fa la differenza. Non a caso, fino a poco tempo fa, sul suo profilo Instagram c’erano due foto con Federer durante gli Australian Open 2017. Un paio di allenamenti pre-partita insieme avevano portato bene al Re, tanto che Denis reclamava un po’ di merito: «Sarà una coincidenza?». La somiglianza del rovescio, in effetti, è impressionante.

CHE BOTTA A livello caratteriale le cose cambiano. Nessuna somiglianza. Ma Shapovalov, sotto questo aspetto che sfugge alla tecnica e risiede solo nel cervello e nell’indole, è stato baciato dalla fortuna. Il ragazzo che a Montreal ha spezzato la rincorsa di Nadal a numero 1, a febbraio, durante il match di Davis contro la Gran Bretagna, ha rischiato di spezzare la cornea dell’arbitro Arnaud Gabas, colpito da una pallina scagliata dalla sua racchetta in direzione della sedia. Un gesto di rabbia, involontario. Gabas, ferito, si comportò da gran signore, forse da papà, e alla fine Denis uscì dal campo tra le lacrime. Dopo quel gesto, un po’ folle e un po’ sfortunato, capì di aver fatto male anche alla sua squadra e a se stesso. Il ragazzino che sbaglia non c’è più e ora è l’ultimo arrivato tra gli assi della Next Gen che sta riscrivendo la geografia del tennis. Una volta dovevi essere nato negli Stati Uniti o in Australia per avere il tennis nel dna, poi è arrivata la Svezia, quindi la Spagna. Ora tocca alla Russia. La classifica mondiale under 21 vede in testa Alexander Zverev (tedesco con genitori russi) seguito da Khachanov (russo), Rublev (russo), Medvedev (russo) e Shapovalov (canadese con genitori russi). Li vedremo tutti a Milano nelle finali della Next Gen Atp a novembre. La città dove hanno vinto il loro primo torneo Federer ed Edberg. Ecco perché Shapovalov vuole esserci.