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 2017  agosto 12 Sabato calendario

Uova contaminate, l’Italia sarebbe al sicuro

Una partita di uova contaminate dal fipronil in Italia ci è arrivata, ma i carabinieri del Nas l’hanno individuata e bloccata prima che venisse messa in commercio.  

Piano, piano. Esistono uova contaminate dal fipronil? E c’è qualcuno che le vende e qualcun altro che le compra?
L’azienda belga Poultry Vision rifornisce di prodotti chimici l’azienda olandese ChickFriend, specializzata nella disinfestazione degli allevamenti di pollo. I belgi avrebbero venduto il fipronil agli olandesi. Gli olandesi l’avrebbero mischiato ad antiparassitari consentiti, suppongo per risparmiare, e con la nuova miscela avrebbero spruzzato le galline per liberarle dai pidocchi. Il fipronil in questo modo è finito nelle uova. Ed ecco il pastrocchio. Quante aziende sono andate a disinfestare col loro prodotto quelli di ChickFriend? Non si sa. E quelli di Poultry Vision, a loro volta, hanno disinfestato col cocktail di fipronil qualche allevamento belga? Qui abbiamo un dato: 57 aziende, che possiedono 86 pollai, vale a dire un quarto delle galline ovaiole di tutto il Paese. La responsabilità dei due sistemi sanitari sembra notevole e probabilmente la Commissione europea aprirà una procedura d’infrazione. I belgi sapevano della circolazione del fipronil fin da giugno, gli olandesi addirittura dallo scorso autunno. In Olanda ci sono 50 milioni di galline, e finora, sull’onda dello scandalo, ne hanno abbattute 300 mila. Suppongo che abbiano paura di doverle ammazzare tutte. Già adesso i danni ammontano a parecchi milioni di euro. Per ora, in Olanda, sono state arrestate due persone. In Gran Bretagna sono state importate dall’Olanda 700 mila uova sospette, in Francia 200 mila.  

E i polli che ci mangiamo?
Eric Hubers, presidente dell’organizzazione avicola, agricola e ortofrutticola olandese, dice: «Stiamo facendo controlli sulle aziende che allevano sia galline ovaiole che polli da carne. Le aziende olandesi che si interessano di polli da carne si possono contare sulle dita di una mano».  

Veniamo alla partita italiana.
Gli olandesi esportano uova. I Paesi coinvolti dalle partite contenenti fipronil sono al momento quattro: Olanda, Belgio, Germania e Francia. Questi quattro hanno però a loro volta venduto uova a Svezia, Regno Unito, Austria, Irlanda, Lussemburgo, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Danimarca, Svizzera, Hong Kong e Italia. I francesi, stando a quanto riferisce il ministero della Salute, ci hanno effettivamente venduto delle uova «in uso in uno degli allevamenti olandesi coinvolti nell’uso del fipronil». La segnalazione dalla Francia è arrivata l’8 agosto. La partita è stata messa sotto sequestro e non è stata distribuita. «Pertanto, ad oggi, non risultano distribuiti al consumo uova o ovoprodotti contaminati da fipronil sul territorio nazionale».  

Che diavolo sono gli “ovoprodotti”?
Alimenti che si preparano adoperando le uova. Per esempio la pasta o i dolci. Due terzi delle uova che consumiamo stanno negli ovoprodotti. Dice la Coldiretti: «In Italia sono arrivati 610mila chili di uova in guscio di gallina dai Paesi Bassi nei primi cinque mesi del 2017 ai quali si aggiungono però anche 648mila chili di derivati come uova sgusciate e tuorli freschi, essiccati, congelati o diversamente conservati mentre non sono quantificabili gli alimenti venduti come paste e dolci realizzati con le uova a rischio. La situazione  è resa più complessa dalle triangolazioni commerciali, come dimostra il sequestro da parte delle autorità sanitarie italiane di alcuni prodotti provenienti da un’azienda francese che aveva usato le uova di uno degli allevamenti olandesi coinvolti nell’uso del fipronil». In Italia le uova da consumo prodotte nel 2016 sono state 12 miliardi e 900 milioni. Per soddisfare la richiesta interna è stato necessario ricorrere alle importazioni, diminuite di circa il 24,5% rispetto al 2015 (dati Istat), pari a 158 milioni di uova importate. Le uova col guscio importate dall’Olanda nel primo quadrimestre del 2017 sono 574.000. Nessuna dal Belgio. Per sapere se le uova sono italiane, a questo punto un’informazione molto utile, bisogna leggere la stampigliatura sull’etichetta. Dopo il primo numero, le due lettere che seguono indicano la provenienza dell’uovo e se queste due lettere sono «IT» l’uovo è italiano. Oddìo, imbrogliano pure su questa dicitura. Dall’inizio del 2017 i Nac, i Nuclei Antifrodi dei Carabinieri, hanno sequestrato 2,5 milioni di uova prive di tracciabilità, o con un’origine italiana falsa, in quanto provenienti dall’estero. Luigi Cortellessa, che guida i Carabinieri Tutela Norme Comunitarie e Agroalimentari-Nac: «L’ultimo sequestro di 18.500 uova con la dicitura falsificata risale al 4 agosto, in provincia di Napoli».  

Questo fipronil che cosa fa?
In Francia a marzo venne bandito perché (forse) responsabile di una morìa di api. Quanto all’uomo, ci assicurano che si tratta di un antiparassitario a tossicità blanda, e che agisce lentamente. Nome chimico: fluocianobenpirazolo. Provoca ipereccitabilità, irritabilità, tremori e, ad uno stadio più grave, letargia e convulsioni. Se ingerito in grande quantità può provocare danni a reni, tiroide e fegato. Un bambino dal peso di circa 16 chili potrebbe mangiare 1,7 uova al giorno – o prodotti che le contengono - senza raggiungere il livello in cui il Fipronil diventa pericoloso. Per un adulto di 65 chili si potrebbe arrivare fino a 7 uova al giorno.