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 2017  agosto 11 Venerdì calendario

All’Abetone l’abete bianco svetta come una torre

La riserva biogenetica dell’Abetone si estende per 584 ettari, occupando i terreni nei bacini dei torrenti Sestaione e Lima, fra i 1200 e i 1600 metri in quota. Si tratta di una maestosa faggeta colonnare, con presenze di abete bianco, abete rosso, acero, frassino. Risalendo la statale 12 da Cutigliano, si attraversa una parcella di faggeta in località Cecchetto: alcune curve sotto il sole e si arriva alla riserva biogenetica vera e propria, ombrosissima.
Conviene parcheggiare al suo termine. Da lì si torna indietro di 50 metri, poco più, e il guardrail lascia entrare in un sentiero, segnato da un cartello in legno: il gigante della foresta, una freccia punta all’interno. E là dietro, ad alcune decine di metri, si solleva questa vasta colonnare conifera, un maestoso abete bianco. Si cela, a tratti, dietro alcuni faggi, che però, al suo cospetto sono fuscelli. I primi rami spuntano dopo 15 metri circa di tronco, con una base non enorme, e d’altrocanto gli abeti non si espandono come le sequoie e i cedri e raramente come certi larici, che però possono vivere molto più a lungo.
È un Abies alba, un abete bianco o argentato, l’unica specie spontanea in Appennino. Gli esemplari, presenti, di abete rosso, sono tutti stati piantumati da mano umana: è una specie spontanea soltanto in area alpina. Il sentiero che si segue si immerge nel bosco e nel frattempo discende, lievemente, così che l’albero si innalza sempre più, mentre ci si avvicina, e lo si può ammirare nella sua maestosa architettura: parlamento di ramificazioni scurissime da metà in su, o almeno, a quella metà che si riesce a distinguere.
Ai suoi piedi un secondo cartello con le misure ufficiali come registrate nel 1988: altezza 42 metri, circonferenza del tronco a petto d’uomo 463 cm, età circa 240 anni. Nell’elenco degli alberi monumentali della provincia di Pistoia è considerato l’albero più alto, mentre il più largo, per dimensione del tronco, è un faggio presente in frazione Tanabetti, nel Comune di Piteglio.
Colgo l’occasione per documentare una misura aggiornata: 29 anni dopo tocca i 485 cm. Non mi è capitato spesso di ammirare in Europa una conifera nostrana che suggerisse la stessa emozione, lo stesso senso di imbarazzo, per le mie insignificanti misure. La sua testa folta e complessa, lassù, che intuisco col sole che gli passa quasi attraverso. Si è testimoni del suo regno, puntuale e inevitabile.