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 2017  agosto 11 Venerdì calendario

«Attacchi sonori dall’Avana». Sospetti sull’uso di armi acustiche, Washington caccia 2 funzionari. È lite diplomatica Usa-Cuba

Un mistero che sembra uscito da un romanzo di spionaggio ha intorbidito i rapporti diplomatici tra l’America e Cuba ristabiliti due anni fa grazie a Obama. Nell’autunno del 2016, cinque diplomatici americani, e in alcuni casi le loro mogli, hanno cominciato a soffrire di inesplicabili problemi di udito e di altri sintomi, così gravi che hanno deciso di tornare in patria. Lo stesso è accaduto almeno ad un collega canadese. Dopo mesi di indagini dell’Fbi, le autorità americane hanno concluso che sono stati vittima di «attacchi acustici» ad opera di quella che il Washington Post definisce «un’arma sonora nascosta». Qualcuno avrebbe celato dei dispositivi elettronici che emettono onde sonore non udibili dentro o vicino alle case degli americani, anche se non è chiaro se l’intenzione fosse di colpirli deliberatamente o altro. L’udito di almeno uno dei funzionari sarebbe stato danneggiato in modo permanente. La risposta degli Stati Uniti: l’espulsone, lo scorso maggio, di due diplomatici dell’Avana dagli Usa. Il caso, rivelato l’altro ieri dal Dipartimento di Stato Usa, ha portato molti a domandarsi cosa sia un’arma sonora. Alcune esistono solo nei libri e film di fantascienza, come il dispositivo portatile usato per paralizzare Iron Man (che però prontamente tira fuori auricolari elettronici protettivi) o il cannone ultrasonico immaginato a bordo di un sottomarino dallo scrittore sovietico Grigory Adamov. Altre esistono davvero: sono armi non letali da tempo oggetto di ricerca militare. Ci sono i cannoni sonori che emettono suoni acuti o dolorosi usati per il controllo della folla al G20 di Pittsburgh, dagli israeliani a Gaza o contro i pirati in Somalia; ma ci sono stati, sin dalla guerra in Vietnam, tentativi di usare onde infrasoniche e ultrasoniche (non udibili all’orecchio umano) per condizionare lo stato mentale del nemico.
Ora il governo cubano pare essere il sospettato numero uno. «Secondo la convenzione di Vienna, Cuba ha l’obbligo di proteggere i diplomatici», ha detto la portavoce del Dipartimento di Stato. Sull’isola i diplomatici stranieri sono sicuramente sorvegliati, specialmente gli americani, che tra l’altro risiedono in abitazioni di proprietà del governo cubano. Ma secondo i media Usa, l’uso di armi simili potrebbe essere senza precedenti anche in cinquant’anni di ostilità. Il governo dell’Avana ha definito «ingiustificata» la reazione americana, ha annunciato un’inchiesta e nega ogni coinvolgimento. A contribuire al clima da Guerra fredda, c’è anche la possibilità che gli attacchi siano stati condotti da un Paese terzo come la Russia. Nessun intrigo internazionale, d’altra parte, sarebbe completo senza l’ombra dei russi.