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 2017  agosto 10 Giovedì calendario

ROMA CRIMINALE – DAL TESORO ALL'ESTERO ALL’ARSENALE, TUTTI I SEGRETI DELLO ‘ZOPPO’, BRACCIO DESTRO DI CARMINATI - CONSEGNANDOSI ALLA GIUSTIZIA GAUDENZI HA GUADAGNATO DUE NEMICI: I MANDANTI DELL'OMICIDIO PISCITELLI E I SUOI EX CAMERATI. FARSI TROVARE CON 2 ARMI DA GUERRA CONFERMA QUELLO CHE IL POOL ANTIMAFIA HA SEMPRE ASSERITO: CARMINATI E LA SUA GANG DETENEVANO ARMI - MA IL MONDO CRIMINALE ROMANO E' APPESO A UNA DATA: IL 16 OTTOBRE. ECCO PERCHE’ -

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Fabio Gaudenzi, il fedele scudiero di Massimo Carminati, leader di Opposta Fazione della curva sud, ammanettato lo scorso lunedì nel suo appartamento a Le Rughe, Formello, per detenzione di armi da guerra e minaccia. Il suo arresto è stato convalidato dal gip di Tivoli e così l' estremista di destra resta in isolamento nel carcere romano di Rebibbia.

La sua strategia difensiva, ovvero la scelta del silenzio, era un copione scontato. Ha scelto di farsi arrestare sparando una raffica di colpi e richiamando l' attenzione del vicino, dopo aver girato due video, pubblicati poi su Youtube, in cui ha già detto tutto quello che aveva da dire, o quasi.

Cosa c' è dunque nelle parole non pronunciate ieri mattina a Tivoli e in quelle recapitate al mondo del web tre giorni fa? E quali sono le mosse di Gaudenzi, ormai solo e isolato, senza più nulla da perdere? Partiamo dalla fine.

L' omicidio di Diabolik «So chi ha ucciso Fabrizio Piscitelli», dice Gaudenzi al web e, nel farlo, indica un mandante: la 'ndrangheta. È per questo che chiede di voler parlare con il magistrato Nicola Gratteri, a capo della procura di Catanzaro e massimo esperto di 'ndrangheta nel mondo. Nel linguaggio della mala in queste due frasi c' è tutto: chi ha osato uccidere un uomo del calibro di Diabolik, sfidando così l' ultimo re di Roma, l' intoccabile Carminati, sta dicendo alla città che da quel 7 agosto chi comanda nel sottobosco criminale non è più l' estrema destra del Cecato e i suoi scagnozzi. Chi, se non una potenza come la 'ndrangheta poteva farlo? Ecco perché Gaudenzi ha paura.

La sentenza Mafia capitale Gli equilibri della Roma criminale sono appesi a una data: il 16 ottobre.Lo sa bene chi ha ucciso nel Parco degli Acquedotti Piscitelli, lo sa bene Fabio Gaudenzi. Il maxiprocesso per 416bis che ha sconvolto la capitale e che vede ora in carcere i vertici dell' organizzazione - Carminati, Brugia, Buzzi - per mafia, vedrà la parola fine tra poco più di un mese.

La Cassazione si pronuncerà con sentenza definitiva e, in caso di condanna. si decreterà la fine dell' era del Cecato, sempre incredibilmente sfuggito alla legge. Gaudenzi è dunque solo, unica rappresentanza fuori dalle sbarre di un potere criminale che non regge. Anche perché, oltre agli amici - chi in carcere chi morto - ha perso tutti i suoi soldi.

Il tesoro e il nuovo processo Il 21 giugno scorso Gaudenzi lo Zoppo ha ricevuto un nuovo rinvio a giudizio, la terza tranche dell' inchiesta Mafia capitale. Condannato per usura, con rito abbreviato a 2 anni e 8 mesi nel 2017, qualche mese per lui si aprono nuovi scenari. Stavolta è accusato di intestazione fittizia di beni con l' aggravante del metodo mafioso. I beni nel mirino della Dda sono due agenzie immobiliari - la Due Pini srl e la Okhouse - su cui transitavano tantissimi soldi per l' acquisto di appartamenti alle Bahamas. Bloccati quindi i soldi in transito su quelle agenzie a lui riconducibili il sogno di fuggire col tesoro, secondo gli inquirenti facente capo a Carminati, è sfumato. Così come quello di mettersi al riparo da agguati nell' ipotesi di una condanna definitiva del suo capo ex nar.

Le armi che condannano la banda Consegnandosi alla giustizia Gaudenzi ha guadagnato non uno ma due nemici: i mandanti dell' omicidio Piscitelli e i suoi ex camerati. Farsi trovare con due armi da guerra - la mitraglietta Uzi e il revolver 357 - conferma quello che il pool antimafia della procura di Roma ha sempre asserito nelle aule di tribunali senza mai riuscire a dimostrarlo: Carminati e la sua gang detenevano armi. Una aggravante importante nella contestazione del 416, mai provata.

Ora Gaudenzi, ammettendo di aver fatto parte di un gruppo eversivo di estrema destra, ha consegnato parte dell' arsenale di cui la banda disponeva e la prova regina alla procura.