Corriere della Sera, 10 agosto 2017
Ritratti e fantasia, addio a Nani Tedeschi
Visionario, «architetto» del tratto grafico e creatore di un universo impastato di sogno e memoria, è morto a Reggio Emilia a 77 anni il pittore e disegnatore Domenico «Nani» Tedeschi (era nato a Cadelbosco di Sopra, Reggio Emilia, nel 1938), una delle figure più note dell’arte emiliana.
Laureato in Medicina, Tedeschi coltiva da sempre una passione per il disegno (viene iniziato all’arte incisoria dall’artista Walter Piacesi, negli anni Sessanta) e, nel 1966, tiene la sua prima mostra a Sassari, in Sardegna, dove lavorava come medico. L’anno di svolta è il 1972, quando partecipa alla 36ª Biennale di Venezia, evento che gli permetterà di abbandonare la medicina e dedicarsi completamente all’arte.
Tornato in Emilia, inizia a lavorare nel mondo dell’editoria come illustratore di quotidiani (tra gli anni Settanta e Ottanta è collaboratore anche del «Corriere della Sera»), di testi letterari (sue le illustrazioni di opere come Il signore delle mosche, l’ Eneide, l’ Orlando furioso ) e di personaggi noti (Antonio Ligabue, Giuseppe Dossetti, Enzo Ferrari, Pier Paolo Pasolini, Sandro Pertini...).
Dagli anni Ottanta si dedica alle arti applicate e alla scultura, sperimentando l’uso di nuovi materiali, come il vetro, e diventa collaboratore e amico di Bettino Craxi.
Miti, biologia, animali fantastici, atmosfere surreali e storia sono gli scorci del mondo di Nani Tedeschi. E poi i disegni: a china, acquerellati o litografie. Il suo tratto restituisce una ricerca dell’anima che si nasconde negli sguardi dei soggetti. Numerose – nel corso degli anni – le mostre, in Italia e nel mondo. Tedeschi lascia l’impronta di un tratto grafico, tanto realista quanto visionario.