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 2017  luglio 24 Lunedì calendario

Visite lampo per risparmiare. Ecco i medici a cronometro

Roma Per un elettrocardiogramma sono sufficienti 15 minuti. E quanto tempo ci vorrà mai per una visita oncologica durante la quale magari occorre comunicare per la prima volta ad un paziente che ha un tumore? Bastano e avanzano venti minuti. Lo stesso tempo che occorre al ginecologo per una visita di controllo. Per una risonanza magnetica sono concessi addirittura a 50 minuti. Sufficienti 5 minuti invece per un’ elettromiografia semplice, il tempo di bere un caffé. 
L’ultima delibera della Regione Lazio in materia di sanità deve aver preso ispirazione dalla figura del dottor Guido Tersilli di Alberto Sordi. Cinico medico della mutua che pur di aumentare i suoi guadagni accorciava il tempo delle visite per avere sempre più mutuati. Più pazienti infatti rappresentano più introiti e dunque Tersilli velocizzava i controlli, fino a scendere a 5 minuti a visita per poi collassare a causa del superlavoro. 
In questo caso i responsabili della scelta non sono i medici, che anzi protestano, ma il governatore Nicola Zingaretti che, per evidenti motivi di risparmio, ha decretato la durata massima per 63 esami specialistici per «implementare la produttività e l’efficienza nell’erogazione delle visite specialistiche» assicurando «tempi giusti e adeguati» per le prestazioni.
Una tabella dettagliata che riguarda in particolare le prestazioni specialistiche ambulatoriali ritenute critiche, ovvero quelle che generano liste d’attesa interminabili. Dunque tempi contingentati per risonanze: al massimo 50 minuti anche con contrasto; tac: al massimo 30 minuti; ecografie: solo 30 minuti per un addome completo; mammografie da fare in al massimo 20 minuti. E tutte le visite specialistiche da risolvere in 20 minuti per ortopedia, gastroenterologia e pneumologia ma fino a 30 per cardiologia ed endocrinologia. Come se i pazienti fossero tutti uguali. Nel documento si specifica pure che i tempi sono stati decisi consultando i diretti interessati ovvero i medici del Sumai, il Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana.
Circostanza prontamente smentita proprio da Antonio Magi, Segretario generale del Sumai. «Non si può fare un’elettromiografia semplice in 5 minuti o prevedere che una visita oncologica ne duri 20 quando c’è da considerare l’aspetto umano, empatico e dell’ascolto del paziente -ha spiegato Magi- Sono tempi irrealizzabili e anche pericolosi per la salute dei pazienti perché in così poco tempo un professionista non può svolgere un’analisi accurata». 
E dato che il tempario potrebbe essere adottato anche in altre regioni la Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici, ricorda che la scienza medica non può funzionare come una fabbrica e che imporre tempi rigidi rappresenta «un pericolo per la salute dei pazienti e lo svilimento della relazione di cura» e dunque chiede «il ritiro delle disposizioni sui tempari nelle Regioni nelle quali sono stati approvati».
Per il presidente della Fnmoceo Roberta Chersevani, non è pensabile dover interrompere «un’ecografia morfologica sino a che non si ha la piena certezza che il feto sia sano» oppure di non potere prendere «tutto il tempo necessario per comunicare una diagnosi infausta».