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 2017  luglio 24 Lunedì calendario

Crollo nei sondaggi, il fenomeno Macron si è già esaurito `

PARIGI Emmanuel Macron continua a voler andare veloce. Anche nel calo di popolarità. A due mesi e mezzo dell’elezione del più giovane presidente della Quinta Repubblica, lo stato di grazia sembra finito, o almeno sospeso. Secondo un sondaggio Ifop pubblicato ieri dal Journal du Dimanche, Macron perde dieci punti di gradimento in trenta giorni. Solo Jacques Chirac era riuscito a fare peggio, nel 1995. I francesi che vogliono credere nella rivoluzione en marche restano comunque maggioritari: il 54 per cento si dice soddisfatto o molto soddisfatto della nuova presidenza, ma la caduta è brutale e potrebbe annunciare un autunno ancora più difficile del previsto. 
Per i politologi non si tratta solo di balzi d’umore dell’opinione pubblica, ma di un ritorno sulla terra in picchiata per un presidente che non ha esitato a auto-definirsi un presidente-Giove, per ridare lustro, dignità, quasi divinità alla massima funzione. Giove è costretto però a scendere dall’Olimpo. Riforme fiscali confuse, tagli annunciati per statali e pensionati, una propensione all’autoritarismo confermata dal braccio di ferro con il capo di stato maggiore degli eserciti costretto a dimettersi, il sospetto che lo stile radicalmente nuovo possa essere in parte un prodotto di marketing, hanno intaccato l’immagine di un presidente baldanzoso e coraggioso capace di rivoluzionare la Francia. 
L’ASTENSIONELa vittoria alle presidenziali di maggio era già stata viziata da un’astensione a livelli record e dalla sfida contro l’estrema destra di Le Pen, che aveva congelato i voti di una grossa parte dell’elettorato di destra e della sinistra più radicale. «Per Emmanuel Macron, l’ingresso nell’atmosfera è brutale ha commentato Jérôme Fourquet, direttore del dipartimento Opinione dell’Ifop Il presidente subisce il contraccolpo di insoddisfazioni che provengono da settori diversi della società». L’ultimo colpo, e forse quello che ha accelerato la sanzione, è stata la vicenda del generale de Villiers, capo di stato maggiore degli eserciti, costretto alle dimissioni di Macron per aver criticato – tra l’altro in una riunione a porte chiuse della commissione difesa del parlamento i tagli al bilancio della Difesa. Ma non è solo il sospetto di cedere un po’ troppo facilmente all’autoritarismo ad aver affievolito l’entusiasmo dei francesi. Con Macron, cala nei gradimenti (meno 8 punti in un mese) anche il premier Edouard Philippe. 
DUBBI SULLE RIFORME
I primi passi del governo e l’avvio del programma di riforme lasciano perplessi: i pensionati temono una batosta con l’aumento dell’aliquota fissa CSG (tra gli over 65 Macron perde 11 punti, meno 14 tra i 50-64 anni), gli annunciati o temuti tagli nella pubblica amministrazione non piacciono alla sinistra (Macron cala di 12 punti tra i simpatizzanti socialisti), mentre la confusione sulle misure fiscali (il premier ha annunciato austerità, ed è stato poi corretto dal presidente) ha destabilizzato le classi medie, provocando un passo indietro di centristi e conservatori: Macron perde addirittura 25 punti di popolarità tra i sostenitori del Modem, partito centrista e alleato. «Molti criticano una presidenza fondata sulla comunicazione ha precisato ancora Fourquet altri rimproverano al presidente il suo autoritarismo». 
A tre mesi dall’arrivo al potere, Macron può comunque contare su un gradimento superiore a quello dell’illustre predecessore Mitterrand (era al 48 per cento nell’estate del 1981) ma sta peggio di Hollande e Sarkozy, rispettivamente 56 per cento nel 2012 e 66 per cento nel luglio 2007. L’estate in calo potrebbe annunciare un autunno pericoloso, con la riforma del codice del lavoro prevista tra settembre e ottobre e una manifestazione già indetta dai sindacati per il 12 settembre, il dibattito sulle nuove norme antiterrorismo e la fine dello stato d’urgenza e, soprattutto, la riforma delle pensioni per ora in calendario dal gennaio 2018.