Corriere della Sera, 24 luglio 2017
Il viaggio delle pentole 3.0. Sui voli low cost con le hostess imbonitrici
Volo Roma-Palermo. Le hostess e lo steward completano le formalità dell’imbarco con cortesia. Poi, sempre sorridenti, attaccano l’ultima fa-tica del loro impegnativo lavoro: «Signore e signori ecco le straordinarie cuffie del-la... a soli 50 euro! A terra le paghereste 80. E c’è il prodigioso olio Nuxe, francese, scontato al 50%; contiene olii naturali... è così buono che le donne siciliane ci frig-gono le arancine. E c’è il profumo...». L’elenco va avanti per 10 minuti. Poi passa il carrello dello shopping e, mentre pro-cede, un’altra assistente di volo attacca la nuova bordata di vendite. Questa volta propone i gratta e vinci di Ryanair. Ma qui, almeno, c’è il fine sociale che giusti-fica l’insistenza: «Parte degli introiti van-no all’ospedale pediatrico Meyer per la ri-cerca. Se pensate che a bordo siamo 160 passeggeri, 2 euro a testa possono fare del bene». Al termine della sessione il bi-lancio non è esaltante: 4 profumi, 2 cuf-fie, 1 olio e 3 pacchetti mascara più eyeli-ner. Un po’ poco se si considera che, ap-pena seduti ai nostri posti, ci avevano dis-tribuito un foglio A4 fotocopiato con i «Saldi estate 2017» di Ryanair: una trenti-na di prodotti scontati dal 24 al 67%. Ben-venuti nei viaggi delle pentole 3.0, l’edi-zione riveduta e corretta di quelle terribili maratone in pullman che negli anni 80 si vendevano nelle parrocchie o tramite vo-lantini distribuiti nelle case dei pensiona-ti. Trent’anni fa mi capitò di infiltrarmi in un gruppo di anziani in viaggio su un tor-pedone da Torino alla Costa Brava. A par-te lo squallore degli hotel di Lloret de Mar (che però, a 29 mila lire tutto compreso, erano un lusso) ricordo l’opera di imboni-mento del venditore: durante il viaggio, a colazione e a cena, non faceva che decan-tare le meraviglie delle grate per idromas-saggio da mettere nella vasca di casa, la salubrità degli olii essenziali che offriva «a un prezzo che mi rovino», le termoco-perte e, naturalmente, i set di pentole. E i viaggiatori si scambiavano confidenze su-gli acquisti che si erano sentiti in dovere di fare per far contento quel ragazzotto. «Che altrimenti, non vendesse niente, lo licenzierebbero, poverino». L’unica sos-tanziale differenza dei viaggi low cost è che un volo interno o europeo dura al massimo un paio d’ore, in luogo di quei 4 giorni durante i quali si rimaneva ostaggi del venditore sul bus. Mentre la hostess Ryanair ripassa con l’ennesima offerta di profumi Calvin Klein – «Vuole provarlo signora? Abbiamo i campioncini» – vie-ne da pensare che queste nuove leve del-l’aviazione commerciale, questi eroi del Jobs act ad alta quota, costretti a soppor-tare le bizze dei passeggeri low cost, ma anche a tentare di sedurli con acquisti su-perflui, altro non sono che la riedizione dei venditori sui «viaggi delle pentole». E ora sì, possiamo credere al ceo di Wow, la low cost islandese, secondo il quale le low cost potrebbero arrivare a pagarci se voliamo con loro. E magari compriamo un set di profumi.