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 2017  luglio 24 Lunedì calendario

Vibo Valentia, il B&B che non accetta «gay e animali»

Una vacanza al mare. Come tutti gli anni. A godersi il sole di fine agosto e un po’ di tempo insieme. Dopo tutto l’inverno passato al telefono. Un sogno piccolo. Normale. Come quello di una qualsiasi coppia di ragazzi che sta insieme da 7 anni e ha una storia d’amore a distanza. Lui G. ( non scriviamo il nome per questioni di privacy, ndr ), ha 30 anni, vive a Napoli. L’altro, il compagno, la stessa età, ma vive 300 km più in là. Quando giovedì si sono messi su internet a cercare un hotel dove trascorrere le ferie hanno fatto presto. Hanno individuato subito il posto perfetto. Una guest house poco lontano da Vibo Valentia, in Calabria. Bellissima, tranquilla, con tanto di piscina. Hanno prenotato online. Su Booking. Il giorno dopo, un messaggio da parte del proprietario di casa su WhatsApp: «Qui non accettiamo né gay né animali». E ancora: «È il primo anno che affittiamo e la dependance è nuova. Finita a maggio. Mi scuso se posso sembrare troglodita».
G. si è sentito morire dentro. «Un mix tra sorpresa e delusione», ha raccontato al telefono al Corriere della Sera. «Mi sono venuti in mente i cartelli contro gli ebrei che venivano esposti nei negozi durante il nazifascismo. Non ho nemmeno perso tempo a rispondere. Ho fatto gli screenshot della conversazione e li ho inviati ad Arcigay Napoli. È stata la prima cosa che mi è venuta in mente. Denunciare. Non fargliela passare liscia. Raccontare tutto. E farlo ad alta voce».
«Sono dodici anni che ho fatto coming out, 7 che sto insieme al mio compagno», ha continuato, con la voce rotta dalla rabbia. «Dopo tanto tempo allo scoperto, a farmi trattare come se avessi qualcosa che non va proprio non ci sto. Non è giusto». E ancora: «Non ci sono rimasto male solo per noi due. Ho pensato soprattutto alle migliaia di ragazzini più giovani di noi che avrebbero potuto subire lo stesso trattamento. È un pensiero che mi ha fatto troppo male per starmene zitto».
Dopo avere annullato la prenotazione, i due hanno subito trovato un altro hotel. «Sempre in Calabria», ha continuato il giovane. «È una regione che amiamo tantissimo. Ci veniamo da anni. E, chissà, forse sarà bello, un giorno, festeggiare proprio qui la nostra unione civile. Quel che è certo è che non sarà questa triste vicenda a farci rinunciare ai nostri sogni».