Corriere della Sera, 24 luglio 2017
William e Harry 20 anni dopo. «Mamma chiamò da Parigi ma noi avevamo fretta»
Londra Non quell’ultima telefonata. Quella, William e Harry non riescono a perdonarsela. Quando Diana chiamò da Parigi e loro troncarono la conversazione perché volevano giocare con i cuginetti. Il giorno dopo la mamma era morta.
Questa che andrà in onda stasera alla tv britannica è l’intervista reale più franca e a cuore aperto da quella celebre del 1995, quando Diana rivelò alla Bbc la sua infedeltà e il fallimento del suo matrimonio con Carlo. «È la prima volta che noi due abbiamo mai parlato di lei come madre – ha detto Harry —. Probabilmente era una cosa ancora troppo viva. E lo è ancora».
Il momento più drammatico del programma, registrato a Kensington Palace in occasione del ventennale della scomparsa della principessa del Galles, è il racconto dell’ultima conversazione fra Diana e i due principini. I ragazzi, allora di 15 e 12 anni, si trovavano nel castello reale di Balmoral, in Scozia, mentre la madre stava per finire la vacanza in Francia in compagnia del suo amante, Dodi Al Fayed. Era il 31 agosto del 1997. Si sarebbero dovuti riabbracciare il giorno seguente, dopo quasi un mese di lontananza. «Io e Harry avevamo una fretta disperata di dire “ciao”, “ci vediamo”, “dobbiamo andare” – rammenta William —. Se avessi saputo cosa stava per accadere non sarei stato così rilassato. Ma quella telefonata è rimasta nella mia testa con tutto il suo peso».
Cosa si dissero? il principe lo ricorda bene, ma non lo rivela alle telecamere. Chiamò il fratello: «Harry! Harry! C’è mamma al telefono!». Il più piccolo prese la chiamata, «e c’era lei che parlava da Parigi». I ricordi di Harry sono vaghi a questo punto, «ma ho rimpianto per il resto della mia vita quella telefonata così breve – ammette —. Se avessi saputo che era l’ultima volta che parlavo a mia madre, le cose che le avrei detto... Devo farci i conti per il resto della mia vita».
Harry confessa «di sentire ancora gli abbracci che ci dava». E che gli mancano: «Ci strizzava il più forte possibile, e dato che ero piccolo non c’era modo di scappare». Poi ricorda Diana come «una ragazzina in tutto e per tutto», felice come non mai quando guidava per la campagna assieme ai figli con il tettuccio abbassato. «Il suo motto nei miei confronti era: puoi essere discolo quanto vuoi, basta non farsi beccare».
Durante l’intervista, William è quello che appare più austero, che parla in tono misurato. Mentre Harry è più disinvolto. Ma entrambi raccontano della difficoltà di ritrovarsi orfani di madre da adolescenti. Per William, era stato «come se un terremoto avesse attraversato la casa»: «C’è voluto del tempo per assorbirlo». Invece Harry racconta di aver pianto solo due volte dopo la morte di Diana e di essere cresciuto pensando che «non avere una madre fosse una cosa normale». Ma suo fratello confessa di aver sentito la sua presenza acconto a lui durante il matrimonio con Kate e di parlare costantemente ai suoi due figli di «nonna Diana» e di quanto li avrebbe amati: «È importante che sappiano chi era e che nella lor vota c’erano due nonne».
L’intervista ai principi avrà sicuramente un forte impatto emotivo su una nazione che in questi ultimi mesi è stata scossa dagli eventi. Ma non tutte le reazioni sono positive. C’è chi fa notare che la monarchia è un’istituzione che ha attraversato in silenzio le tempeste: Elisabetta non ha mai concesso un’intervista. Parlare così apertamente del proprio dolore va controcorrente.
Sicuramente i due principi si inseriscono nel solco tracciato dalla madre, che voleva avvicinare la Corona al popolo. Ma il saggista vittoriano Walter Bagehot scrisse della monarchia: «Il suo mistero è la sua vita. Non dobbiamo lasciar entrare la luce del giorno sulla magia». Il segretario privato della regina ha già fatto sapere che Buckingham Palace non approva la continua esposizione mediatica di William, Harry e Kate. Ma finora gli avvertimenti della corte sono rimasti inascoltati. L’intervista di stasera segna probabilmente il culmine del conflitto fra tradizionalisti e innovatori. E i due principi, oltre che rivendicare il lascito della madre, pensano di agire per il bene della famiglia. Ma cosa accadrà quando i sudditi vedranno che in fondo sono due ragazzi come tanti?