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 2017  luglio 23 Domenica calendario

Aru e il Tour svanito: «Mi girano le scatole. Ora un’analisi con calma»

Fabio Aru è appoggiato alla bici. Ha appena finito il controllo antidoping e per una volta non c’è tutta questa fretta: «Il bicchiere lo vedo più pieno che vuoto. Ma mi girano le scatole perché avrei voluto combattere ad armi pari nell’ultima settimana, e vedere come sarebbe andata a finire», dice il campione d’Italia.

AMBIENTE I rumori di fondo del Velodrome risuonano in lontananza: le certezze di organizzatori e città di Marsiglia sul tutto esaurito o quasi (67.000 spettatori, biglietti gratis) ribadite alla vigilia, sono state clamorosamente smentite. Di persone per l’arrivo dei migliori ce ne saranno state al massimo 15.000, ma è stato un bell’urlo quello che aveva accolto Aru all’ingresso. Nella crono (22° a 1’16” da Bodnar) aveva il compito di blindare il quinto posto e lo ha portato a termine: oggi Fabio terminerà a Parigi il settimo grande giro della carriera e per cinque volte ha chiuso nei primi cinque. Un dato non banale, alla luce di due bonus del calibro della vittoria di tappa a La Planche des Belles Filles e dei due giorni in giallo (oltre ai tre in maglia a pois). E della bronchite che lo ha limitato nel finale.

SENSAZIONI «Dobbiamo analizzare le cose con calma – spiega il 27enne sardo dell’Astana —. Le aspettative di tutti, comprese le mie, erano cresciute. Ma se prendiamo come punto di partenza il 2 aprile, quando mi sono infortunato al ginocchio, la prospettiva cambia. Da questo Tour vado via con la consapevolezza di essere stato all’altezza dei migliori. Il miglioramento rispetto allo scorso anno (chiuse 13° dopo avere iniziato al 6° posto la penultima tappa, ndr) è stato grande. Il podio è a 45 secondi, non è tanto. Ma chi mi ha preceduto è stato più bravo e gli faccio i complimenti».

PRESTO «Tornare presto al Tour, il prima possibile. Per migliorarsi ancora». Aru lo ribadisce ed è normale che sia così. Nel futuro immediato non ci sono (per ora) impegni post-Tour, nel senso dei circuiti a ingaggio: il sardo però andrà in Kazakistan il 12 agosto per una kermesse organizzata nell’ambito di Expo 2017 alla quale dovrebbero partecipare Chris Froome e Nairo Quintana (Vinokourov ha inviato anche la famiglia di Michele Scarponi). Una settimana dopo inizierà la Vuelta che è nei piani di Fabio, re in Spagna nel 2015. Ci sarà tempo per pensarci, anche perché oggi c’è un Tour da concludere. Nello stile di Aru, resta il tempo per una difesa della squadra che ha avuto al fianco in queste tre settimane: «I problemi che abbiamo avuto negli ultimi mesi, e poi al Tour, li conoscono tutti. I compagni qui hanno fatto il massimo per me». E per uno sguardo ai rivali: «Froome è andato meno bene che nei Tour scorsi? Beh, ha vinto. Non basta? Non mi ha sorpreso la giornata negativa di Bardet, nei grandi giri può sempre capitare. Semmai mi ha impressionato, oltre a Uran, Landa, che era reduce dal Giro. Ma io lo conosco Mikel, abbiamo corso insieme, so quanto sia forte». E Fabio conosce benissimo pure la sua, di forza: da questo Tour, ancora di più.