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 2017  luglio 16 Domenica calendario

Quella catena di incidenti per un brivido in più

ROMA In attesa di capire cosa sia successo all’interno della capsula gravitazionale dello “Sling-Shot” e cosa abbia fatto scivolare nel vuoto Francesca Galazzo, ritornano tutti i dubbi sulla sicurezza delle giostre più estreme. Non foss’altro perché quella stessa capsula di metallo lanciata a cinquanta metri di altezza in un secondo aveva già fatto una vittima, a Treviso: Laura Cristofoletto, di 46 anni, colpita da infarto nel 2010 durante la rotazione in aria.
Il tema degli incidenti nei parchi di divertimento, del rischio infortuni e della protezione dei clienti, in passato è stato assai controverso. Nel 2005 la Commissione Europea condusse uno studio all’interno di 15 Stati, i cui risultati scioccanti furono contestati dalle associazioni di categoria: nei circa 300 parchi giochi esistenti che accoglievano 300 milioni di bambini e ragazzi all’anno, gli esperti della Commissione avevano contato 19.000 infortuni nell’arco di dodici mesi. Nel 59 per cento dei casi erano coinvolti under15, la metà degli episodi era collegata all’uso delle giostre. Anche sulla spinta di quel dossier, l’Italia nel 2007 ha reso più stringenti le normative su autorizzazioni e manutenzione delle macchine.
Ad oggi le statistiche della Iaapa, l’associazione mondiale dei parchi di divertimento, mostrano che il rischio di farsi male salendo su una qualsiasi giostra installata nei parchi stabili europei (tipo Disneworld Paris, Gardaland, Mirabilandia, etc) è «dalle 10 alle 100 volte più basso rispetto alle più comuni attività sportive». Minimo, dunque. Un altro report commissionato dalla Iaapa nel 2015 negli Stati Uniti aveva dato questo risultato: 400 parchi giochi permanenti, 1,6 miliardi di giri sulle giostre, 1 su 16 milioni la possibilità di ferirsi gravemente.
Maurizio Crisanti è segretario generale dell’Anesv che rappresenta i parchi stabili italiani (circa 150, compresi gli acquapark, 16,9 milioni di visitatori nel 2016) e sostiene che nel nostro Paese avviene, in media, «meno di un incidente mortale all’anno». Dal 2007 tutte le giostre, sia quelle dei grandi parchi che quelle dei luna park itineranti, sono sottoposte a un censimento e prima di entrare in funzione devono avere l’autorizzazione della commissione vigilanza prefettizia o comunale. «Le norme ci sono e vengono rispettate, infatti nel 94 per cento dei casi gli infortuni dipendono dal comportamento dei clienti, il restante 4 per cento da problemi con le macchine».
Negli ultimi anni di episodi finiti con la morte di chi cercava solo il brivido di un attimo, però, ce ne sono stati troppi. Nel 2015 un sassarese di 44 anni picchia violentemente la testa su uno scivolo dell’acqua water Paradise di Sorso e muore dopo sei giorni di ricovero; nel 2011 durante la festa patronale di Lucera (Foggia) una ragazza di 24 anni cade dalla poltroncina dell’”Adrenalina X-Treme” da un’altezza di circa sei metri; nel 2008 a Guidonia una tredicenne viene sbalzata fuori dalla cabina del “Crazy Dance”.
Il decreto ministeriale del 2007 impone che ogni attrazione debba essere dotata di un libretto di attività, di un manuale di manutenzione e di un codice identificativo. Viene collaudata una volta all’anno, e per aprire al pubblico ogni volta deve ottenere la licenza della prefettura oppure del Comune che ospita temporaneamente il luna park. Queste sono le regole. Ma le rispettano tutti? «Ritengo di sì», dice Crisante. «I giostrai devono avere una licenza pubblica, è una cosa seria. Anche lo stato delle manutenzioni è controllato».