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 2017  luglio 16 Domenica calendario

Gli autisti dell’Atac alla guida con il telefonino Ogni giorno assenti 12 su 100. E i guasti fantasma sui bus

Sembra un film dell’orrore, purtroppo è tutto vero. Autobus che prendono fuoco in mezzo alla strada e passeggeri in fuga: viale Kennedy, Ciampino, tre mesi fa. Ma anche bus a motore spento e senza conducente che partono da soli all’improvviso, investendo le automobili di passaggio: piazza Venezia, capolinea del 46, il mese scorso. Chi c’è dietro? Il diavolo, i fantasmi? Soprattutto, però, una cosa a Roma ancora ci mancava: il macchinista della metropolitana che mangia dalla ciotola e poi parte in tromba, mentre una ragazza resta intrappolata nella porta dell’ultimo vagone. Sì, ci mancava proprio. 
Eravamo fermi, infatti, fino a mercoledì, all’autista di bus che girava il volante con i gomiti (agosto 2011) perché aveva le mani occupate da due telefonini. O a quello che, tre anni fa, fu fermato dalla polizia in viale Marconi per la sua strana guida a zig-zag: nel vano portaoggetti nascondeva due bottiglie di birra vuote. L’ultima, poi, l’altroieri, sulla linea 80: una passeggera zelante ha immortalato con il suo smartphone un conducente calvo che fuma tranquillo in cabina. Come fosse a casa sua.
 
I 700 assenti al giornoQuattro provvedimenti di licenziamento per «giustificato motivo oggettivo» sono stati comminati negli ultimi due anni dall’Atac. Tutti e quattro i dipendenti hanno fatto ricorso e uno è già stato reintegrato. Per «giustificato motivo oggettivo» s’intende lo scarso rendimento: le assenze dei quattro autisti, al netto di malattie, fruizione della legge 104, congedo parentale e via dicendo, sono state considerate oggettivamente troppe dall’azienda del trasporto pubblico romano (debito certificato al 31 dicembre 2015, oltre 1,3 miliardi).
Troppe, le assenze, anche rispetto alla media del report interno relativo ai primi tre mesi del 2017, secondo cui il tasso di assenza registrato tra i conducenti di bus e tram a Roma (5.800 unità su 11.590 dipendenti) è stato dell’11,9%. Tradotto: circa 700 al giorno, di cui 350 per malattia (il dato è in aumento anche rispetto al 2016: 10,5 %). I macchinisti della metro assenti sono stati il 12,4%: cioè una sessantina al giorno (su un totale di 500) di cui la metà per indisposizione. Un solo autista, invece, è stato finora licenziato dall’Atac per «giusta causa». L’uomo, nel frattempo, è morto in un incidente motociclistico. Nel dicembre 2008, in viale Isacco Newton, al Portuense, mentre era alla guida di un autobus della linea 31 travolse e uccise un pensionato di 66 anni. L’autista del bus era sotto l’effetto di cocaina.

I bus in fiamme«Ma perché non parlate di noi – protesta Quintilio Savina, 35 anni, uno dei 5.800 autisti della Capitale – anche quando deviamo dai percorsi ordinari per portare una donna a partorire in ospedale?». Ha ragione Quintilio, ma l’assenteismo dei dipendenti pubblici suscita sempre grande indignazione, così come destò scalpore l’inchiesta sulle 787 assenze tra i vigili urbani la notte del Capodanno 2014-15. Posizioni poi quasi tutte archiviate, ma lo sdegno resta.
Fossero, però, solo le assenze (o i comportamenti scorretti delle pecore nere) il problema vero del trasporto pubblico romano: su Twitter è nata addirittura una pagina, «Flambus», curata dai passeggeri per denunciare gli incendi a bordo dei mezzi. «Sono stati già 18-19 dall’inizio del 2017», denuncia la sindacalista Micaela Quintavalle. Il dramma è che l’età media delle vetture ormai sfiora i 10 anni, l’azienda è in crisi (le perdite strutturali sono di 70-100 milioni l’anno), mancano i pezzi di ricambio e, su 1.200 autobus marcianti, 500 in media rientrano ai box perché gli autisti segnalano guasti meccanici. Guasti che, però, stando ai controlli dell’azienda, vengono poi riscontrati poche volte in officina. Il motivo dello stop, in verità, sarebbe un altro: l’impianto dell’aria condizionata che si rompe spesso e volentieri. E a bordo, con le temperature di questi giorni, in pochi hanno voglia di fare gli eroi.