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 2017  giugno 24 Sabato calendario

Schiaffo a May sulla Brexit, i 27 bocciano la premier inglese: «La proposta per i cittadini Ue peggiora solo la situazione»

Il volto scuro con cui giovedì notte Theresa May ha lasciato il Consiglio Europeo lasciava intendere che la sua non era stata proprio una bella serata. Si aspettava di avviare un dibattito con gli altri partner europei, magari non un vero e proprio negoziato, ma almeno un confronto attorno al tavolo. E invece i 27 l’hanno gelata. Una volta terminata la sua «informativa» sui diritti dei cittadini Ue che vivono Oltremanica, è stata gentilmente invitata a lasciare il palazzo dell’Europa Building.
Ed è il caso di dire che oltre al danno subito prima di andare a dormire, al risveglio è arrivata pure la beffa. Perché l’ingresso dei leader al Consiglio per la seconda giornata di summit è diventato una gara a chi sbatteva più forte la porta in faccia a Londra. «Insufficiente» l’ha subito bollata Jean-Claude Juncker. «Al di sotto delle aspettative» secondo il presidente del Consiglio, Donald Tusk. Per il quale la proposta di May addirittura «rischia di aggravare la situazione degli europei che vivono nel Regno Unito».
Il punto più contestato riguarda la giurisdizione: per Londra i cittadini europei godranno dei diritti garantiti dalla legislazione Ue soltanto fino al giorno della Brexit, dopo di che la Corte di Giustizia non avrà più competenza su di loro. Da quel momento deciderà la giustizia britannica. Uno scenario «inimmaginabile», secondo Juncker. Angela Merkel ha ammesso che forse non tutto è da buttare. «Un buon inizio». Ma piano con gli entusiasmi: «Non è ancora la grande svolta» che l’Europa si aspettava e «la strada è ancora lunga». Sul fronte interno, sono arrivate critiche anche dai laburisti.
Eppure May ha ribadito di aver presentato un progetto «giusto e serio», che lunedì verrà definito nei dettagli. Ha garantito che nessun europeo verrà espulso il giorno della Brexit e che tutti avranno la possibilità di regolarizzarsi. Chi avrà maturato 5 anni di residenza alla data di uscita dalla Ue potrà ottenere tutti i diritti che spettano ai britannici su scuola, sanità, sociale e pensioni. La stessa opportunità verrà data anche a chi (il giorno della Brexit) sarà in Gran Bretagna da meno tempo: i diritti verranno acquisiti dopo 5 anni di residenza. Ovviamente Theresa May pretende «reciprocità»: i cittadini britannici che vivono negli altri Paesi dell’Unione europea vogliono essere trattati allo stesso modo.