Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1956  novembre 10 Sabato calendario

I russi avevano un piano per impadronirsi del Canale di Suez

La Russia aveva un chiaro e definitivo piano per  impadronirsi del Canale di Suez e ridurre l’Egitto alla  condizione di Stato satellite: il piano era stato battezzato «  Operazione Mena», per la ragione che il quartier generale sovietico in Egitto, durante  l’operazione, avrebbe avuto sede  all’Hotel Mena, vicino  all’aeroporto occidentale del Cairo. Queste rivelazioni, che danno sensazionale sostanza alle  dichiarazioni in Parlamento del ministro del Commercio  Thorneyeroft, sono state fatte ieri alla riunione del comitato  direttivo dell’Associazione delle Nazioni Unite, dal colonnello Baker White. che fu nel  Medio Oriente durante la guerra funzionario del Servizio  segreto d’informazione del Foreign Office.
Il colonnello White ha  detto che i capi dell’Armata  rossa si aspettavano l’attacco di Israele, sapevano che Israele sarebbe stato costretto, una volta o l’altra, a sferrare  l’attacco. Avvenuto questo, il Governo sovietico avrebbe  annunciato l’invio di «  volontari» in aiuto degli egiziani.  Infatti questi volontari —  piloti, carristi, artiglieri – erano stati scelti e concentrati già da qualche mese in una  località della Russia centrale.  L’equipaggiamento li avrebbe  attesi in Egitto, ciò che è stato appunto confermato dal  ritrovamento, fatto dagli  anglofrancesi e dagli israeliani. Gli Israeliani in particolare, ora che sanno di dover  abbandonare entro breve tempo il Sinai, si sono dati – come scrive il corrispondente del «Daily Express» – alla  «caccia al tesoro», e hanno  scoperto un immenso arsenale. «Migliaia di volontari  sarebbero potuti entrare senza  equipaggiamento nelle  abbandonate basi egiziane, per uscirne convertiti in due divisioni di fanteria, due brigate  corazzate e almeno quattro altri  battaglioni, tutti perfettamente armati.
Chi avrebbe dovuto usare queste queste armi? – si  chiede più in là il corrispondente del giornale —. Ce n’erano assai più di quante Nasser non potesse usare, anche se avesse voluto trasformare l’intera  popolazione in un solo esercito. Sono stati trovati anche  permessi d’ingresso nella regione di Gaza per tecnici russi». Alla domanda ha risposto  appunto il colonnello White ieri, con le rivelazioni sul «piano Mena». Il quale fallì, egli ha detto, per tre ragioni  principali: anzitutto gli israeliani eliminarono una cospicua  parte dell’esercito egiziano troppo presto, assai prima di quanto i russi si aspettassero; in  secondo luogo i decisi attacchi  anglo-francesi distrussero troppo presto gli aerodromi che  sarebbero dovuti servire agli  aerei sovietici; infine  l’insurrezione d’Ungheria distolse la Russia dal tempestivo  intervento in Medio Oriente.
Ciò detto, resta però sempre da stabilire quale sia stato  esattamente l’aiuto fornito  dalla Russia all’Egitto e agli altri Paesi arabi. Mancano in  proposito notizie e dati ufficiali. Un giornalista americano ha parlato di tremila aerei, ma l’esperto di un giornale  londinese della sera, con molta  acutezza, ha dimostrato che tanti aerei non avrebbero  neppure trovato piste sufficienti ad atterrare in tutto il Medio Oriente.
Ci si continua a chiedere a Londra, dove mai siano andati a finire gli apparecchi  egiziani non distrutti dai  bombardamenti. In Egitto sono  irreperibili: con ogni probabilità i famosi bombardieri «  Ilyushin», che i russi avevano dato a Nasser. hanno cercato di riparare nell’Arabia  Saudita. Ma dove? Nell’Arabia  Saudita esiste un solo aerodromo, il quale però è occupato dagli americani. Nasser ieri ha  sostenuto addirittura che gli  anglo-francesi, con i loro  bombardamenti, hanno distrutto soltanto degli aerei di  cartapesta. Ma più in là, dopo  avere detto di avere avuto il tempo di sostituire gli aerei veri con altri finti, ammette di essere però stato colto di sorpresa e sostiene che questo «venir colto di sorpresa» non gli capiterà mai più. Si hanno, dunque,  contraddittorie notizie, di cui è  difficile accertare la fondatezza. Se una iniziativa russa era  imminente in Medio Oriente,  certamente Eden ne trarrà molto vantaggio: il suo intervento in Egitto risulterà salutare e  tempestivo, egli potrà vantarsi di avere fatto fallire il piano  sovietico e di avere costretto 1’O.N.U. ad agire prima che si trovasse davanti a dei fatti compiuti.
Il Daily Herald, il maggiore sostenitore dei laburisti, scrive questa mattina: «La nuova linea d’azione del  Governo britannico, che si  fonda sulla tesi che Nasser sia uno strumento di Mosca, ha l’appoggio di voci non  confermate. A Parigi si afferma che carristi egiziani parlavano  russo, ma neanche un  prigioniero russo è stato catturato. A Londra si pensa che i  bombardieri russi che si trovavano in Egitto siano scappati in U.R.S. S. e che nuovi «Mig»  sovietici siano scesi in Siria. Ma la Siria riceveva questi aerei da un pezzo. Manca solo – conclude ironicamente il  giornale – una compromettente lettera di Mosca a Nasser,  magari firmata da Zukov». «Il Governo ha cercato  troppi pretesti per giustificare la situazione – scrive oggi anche l’ ’Economist ’ – e forse si  vorrebbe una cessazione politica del fuoco, come quella che è stata ordinata in Egitto. Ma in Gran Bretagna il fuoco – quello contro il Primo  ministro, cioè, fuor di metafora, gli attacchi e le critiche alla  politica del Governo di Eden – non deve cessare. Eden se ne deve andare: a Eden tocca – conclude il giornale —  prendere una penosa ma  inevitabile decisione».
Come Eden perda terreno, è dimostrato anche da una  inchiesta Gallup pubblicata  stamattina dal «News Chronicle» che dà i risultati delle  reazioni dell’estero alla politica di Eden. Ai cittadini di molti Paesi dell’Europa e del mondo occidentale è stata posta  questa domanda: approvate o  disapprovate l’azione  dell’Inghilterra e della Francia in  Egitto? Ecco le risposte alla  domanda: Austria: sì 49; no 40, nessuna opinione il; Canada: 43, 40, 17; Finlandia 8, 82. 10; Italia 14, 69, 17; Norvegia: 7, 93; Germania Occ. 2, 74, 24; Olanda: 24. 47, 29; Stati Uniti: 15, 62, 23. È stata posta, inoltre, la  seguente domanda : «Credete che una guerra mondiale  deriverà dagli eventi d’Egitto?». Gli interrogati hanno così  risposto: Australia: sì 30, no 56; non lo so 14; Canada: 24, 50, 26; Finlandia: 35, 48, 17;  Italia: 27, 42 31; Olanda: 19, 55, 26; Stati Uniti: 31, 45, 24.