Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  maggio 26 Venerdì calendario

Generazione Amazon

MILANO «Ciao cara, mando il drone a fare la spesa». L’era dei carrelli del supermercato stracolmi di frutta e detersivi, dei pacchi d’acqua minerale pesanti come piombo trascinati su per le scale e delle corse last minute per fare le compere prima dell’orario di chiusura è arrivata al capolinea. Il nuovo “grande magazzino del mondo” (alias il ciclone Amazon) spegne a Wall Street le candeline del suo ventesimo compleanno e si prepara a suon di record – la creatura di Jeff Bezos macina più di 600 ordini al secondo – a cambiare una volta per tutte lo shopping degli italiani.
Il primo passo è stato già fatto. Insegnandoci che non è obbligatorio scapicollarsi per gli acquisti ma che la spesa – dall’insalata al tablet, dal libro per il dopocena al cellulare per i 18 anni del figlio – può venire direttamente da noi. Basta un clic su pc o smartphone per scegliere tra i 175mila prodotti esposti sullo scaffale virtuale del gruppo Usa e il suo eterogeneo esercito di collaboratori – 341mila dipendenti, 45mila robot, 40 aerei cargo e una flotta sperimentale di droni – si fa in quattro per consegnarci tutto a domicilio, gratis o quasi (basta pagare un abbonamento annuo di 19,99 euro) e spesso in meno di 24 ore. Tutto facile, tutto comodo. E non a caso il Paese delle casalinghe di Voghera ha ceduto senza troppe resistenze: il sito Amazon è di gran lunga il primo negozio online italiano con 19 milioni di visitatori unici al mese. «La chiave è stata investire in tecnologia per rispondere immediatamente e in maniera semplice ai bisogni di noi consumatori», dice Roberto Liscia, presidente di Netcomm, il consorzio dell’e-commerce italiano. Ridurre al minimo il tempo tra desiderio e fruizione, il momento in cui l’oggetto è nelle nostre mani. Uno standard che ormai, dicono le statistiche, chiunque faccia un acquisto si aspetta. Al Black Friday dello scorso novembre Amazon ha venduto nella penisola 1,1 milioni di articoli in 24 ore, 763 al minuto. Questione sia di risparmio sia di scelta visto che il catalogo dei best-seller 2016 spazia dal ciuccio “night” in silicone per bebè al Cd “Comunisti con il Rolex” di J-Ax e Fedez, dall’olio di cocco biologico fino alla maschera per il viso “Fango nero”.
Bezos però ha deciso di non accontentarsi. Amazon fattura 136 miliardi di dollari, chi ha investito mille dollari nel titolo a maggio 1997 se ne ritrova in tasca oggi 670mila e a Wall Street, dopo il record di ieri, vale 470 miliardi di dollari. Ma il grande fratello della distribuzione vuol provare – a ovvio fine di lucro – a conquistare il resto dell’appartamento aggiungendo al suo carrello nuovi articoli destinati a cambiare un altro pezzo della nostra quotidianità: un “segretario personale”, alias un sistema per il riconoscimento vocale, in servizio 24 ore su 24 per esaudire ogni nostro ordine verbale, mostrandoci a richiesta le previsioni del tempo sul pc, suonando una canzone dei Queen o prenotandoci Uber; una serie di elettrodomestici intelligenti capaci di ordinare ammorbidente, uova o brillantante un attimo prima che finiscano; il “bottone” magico da piazzare vicino a caffettiera, dispensa o wc per comprare in tempo reale cialde, biscotti o carta igienica. Per attirare sempre più clienti sui suoi siti, Amazon sta lanciando canali tv dove trasmetterà sport (potrebbe fare un’offerta per la serie A) e film autoprodotti (ha già vinto tre Oscar con Manchester by the sea e The Salesman). E una volta che ci avrà abituato a fare la spesa con un clic, Bezos proverà a riportarci fuori casa: a Seattle ha lanciato Go, un negozio dove si fa “login” all’ingresso e una rete di sensori riconosce gli oggetti che mettiamo nel carrello. Pagamento automatico al “checkout”, l’uscita. Già registrato il relativo slogan, “Niente file e niente casse”. Preparatevi.