Corriere della Sera, 26 maggio 2017
L’incendio dei cervelli
Lunedì sera una guardia giurata di Pioltello, periferia faticosa di Milano, passa davanti a un bar di marocchini e vede gente che si diverte. Tornato a casa, accende la tv e apprende della strage di Manchester. A quel punto lo spirito di Sherlock Holmes si impossessa di lui. Nella sua testa i due fatti sono con ogni evidenza collegati: i marocchini stavano festeggiando l’attentato. La guardia confida le sue brillanti deduzioni a un giornalista di Panorama, che non esita a riferirle alla platea di Canale 5. La rivelazione dilaga sui social, grazie a una consigliera di Forza Italia folgorata sulla via di Pioltello da un moto di indignazione irrefrenabile. Gli anziani del posto si barricano in casa. Gira voce che i nordafricani siano pronti a farsi esplodere per strada. E i carabinieri, che fanno i carabinieri? Indagano. Ed essendo le persone più serie di questa storia arrivano alla conclusione che i festeggiamenti nel locale sono avvenuti ben prima che la notizia di Manchester fosse di pubblico dominio. Quindi, o i frequentatori del bar erano dei veggenti, o sapevano in anticipo dell’attentato, oppure siamo in presenza di una macro-bufala. Ipotesi, quest’ultima, che avrebbe persuaso anche l’autentico Sherlock Holmes. Ma intanto l’altra notte un’esplosione intimidatoria ha annerito la saracinesca del bar.
Difficile trovare una vicenda più rappresentativa del nostro tempo. Un cerino di idiozia, lanciato nella polveriera di un quartiere con troppi immigrati, viene trasformato dai media in un tizzone d’inferno che provoca un incendio vero. Urgono pompieri dell’anima.