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 2017  maggio 23 Martedì calendario

Giunta, M5S cancella la parità di genere: un caso in Campidoglio `

Un equilibrio di genere in giunta non più rigido sulla parità 50-50 tra assessori uomini e donne, prevista dal nuovo Statuto di Roma Capitale. Ma con margini un po’ più ampi (60-40), secondo quello che prevede la legge nazionale promossa dal ministro Graziano Delrio tre anni fa, da rispettare sia in Campidoglio sia nei Municipi. La proposta di modifica della costituzione del Comune di Roma sulle cosiddette quote rosa da parte della maggioranza M5S scatena la reazione dell’opposizione. Il Pd chiede a Virginia Raggi, la prima sindaca della Capitale, di pronunciarsi: «Sono sempre stata a favore della presenza delle donne nelle istituzioni – risponde lei – Lo dico a chi vuole far passare l’idea che io sia contraria. Quando penso che sono la prima donna sindaca di Roma sono orgogliosa ma soprattutto sento la responsabilità di rappresentare tante donne come me». Secondo Raggi, in particolare, «tra i consiglieri capitolini M5S le donne rappresentano la maggioranza: il resto sono chiacchiere per i vecchi politicanti lontani dalle persone reali». Insomma, dice esplicitamente Marcello De Vito, presidente dell’assemblea capitolina, «conta il merito, non il genere: prima di considerare se sia donna o uomo, conta verificare la professionalità del candidato».
L’ITER L’equilibrio di genere nella forma attuale è stato inserito nella riforma dello Statuto di Roma Capitale approvata il 7 marzo 2013 dall’assemblea capitolina, ai tempi dell’amministrazione di Gianni Alemanno, ed entrata effettivamente in vigore all’alba della successiva consiliatura. Con Ignazio Marino che varò la giunta all’insegna della perfetta parità tra i due sessi: sei assessori uomini e sei donne. Nell’articolo 25, al comma tre, si legge infatti che «tra i nominati è garantita la presenza, di norma in pari numero, di entrambi i sessi». La disposizione, paradossalmente, ha creato non poche difficoltà all’attuale inquilina del Campidoglio. Fin da giugno scorso i Cinque stelle hanno avuto difficoltà a selezionare donne per la giunta, e proprio in questi giorni si sta tentando di trovarne una per l’assessorato ai lavori pubblici, attualmente retto insieme all’urbanistica da Luca Montuori.
IL DIBATTITO Per le consigliere comunali dem il ritocco delle quote di genere è «un vergognoso colpo di mano che elimina le parole chiave per la rappresentanza di genere e la parità di entrambi i sessi nelle giunte capitolina e municipali». Ma i pentastellati respingono l’accusa: «Il principio delle pari opportunità secondo noi deve essere non sbandierato ma attuato – dice il presidente della commissione Roma Capitale, Angelo Sturni – Il sindaco di Roma Capitale è il primo sindaco donna, quindi certamente il principio delle pari opportunità secondo noi non segue il principio della legge ma dell’esperienza». Una spiegazione che non convince il centrosinistra: «Non vorremmo che, con questa modifica, il Movimento 5 Stelle voglia creare un pericoloso precedente – scrivono le elette del Pd in Assemblea capitolina – Noi su questo daremo battaglia perché le faticose conquiste di questi anni in termini di rappresentanza non possono essere spazzate via da chi agisce senza conoscere le norme o, e sarebbe davvero più grave, seguendo un disegno. Ci aspettiamo che la prima sindaca donna di questa città – concludono – richiami la sua maggioranza a ben più miti consigli».
LA LEGGE «Legati come sono al desueto e superato concetto delle quote rosa ignorano quanto prescrive la legge che garantisce la parità di genere – dice la presidente della Commissione elette del Campidoglio, Gemma Guerrini – Legge la cui applicazione è rimasta fino ad oggi largamente disattesa». L’equilibrio di genere dopo la modifica dello Statuto «sarebbe 60-40, senza specificare se di donne o di uomini e ciò risulta veramente una boiata senza precedenti – sintetizza la deputata Pd Ileana Argentin – Davvero uno scivolone su una buccia di banana». Attacchi arrivano anche dal centrodestra: «Si fa chiamare sindaca fin dal primo giorno del suo insediamento, eppure la maggioranza guidata dalla Raggi taglia la parità di genere – commenta Fabrizio Ghera, capogruppo Fdi-An – Ancora una volta 5 stelle confusi e dilettanti».