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 2017  maggio 19 Venerdì calendario

Tutti i balzelli di M5S per dare la paghetta a chi non fa niente

I soldi per pagare il reddito di cittadinanza ai 9 milioni di italiani a rischio povertà? Arriveranno soprattutto da nuove tasse. Per coprire i 20 miliardi l’anno necessari per assicurare a tutti un assegno mensile di almeno 780 euro, Beppe Grillo e Davide Casaleggio si apprestano a rilanciare la «vera manovra per la crescita». Il palcoscenico sarà di primordine, Assisi, dove sabato si concluderà la «marcia contro la povertà», promossa dal M5S, con la partecipazione dei maggiorenti pentastellati. 
La logica è sempre quella della decrescita felice: oltre a un po’ di tagli qua e là, una massiccia dose di nuove imposte che minacciano di provocare addirittura un calo del Pil, il Prodotto interno lordo, nell’ordine dell’1%. Fra le sforbiciate di spesa c’è l’evergreen grillino dei tagli alle indennità parlamentari. Gli stipendi di deputati e senatori scenderebbero a 5.000 euro lordi: risparmio 600 milioni di euro. Poi Il taglio alle auto blu ospedaliere (-300 milioni) quello agli affitti d’oro per gli immobili della pubblica amministrazione (-250 milioni) e la decurtazione al 50% delle pensioni d’oro (-300 milioni). Il resto è robetta, se si esclude l’idea di centralizzare gli acquisti della PA: ogni oggetto acquistato dalle amministrazioni pubbliche dovrà avere lo stesso prezzo (-2,5 miliardi). Il vecchio meccanismo dei «costi standard» inventati dall’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti. E prontamente silurato dai burocrati di Stato. 
Salvo 500 milioni di risparmi ottenuti dalla soppressione degli enti inutili, a Cominciare dal Cnel, salvato però dal referendum del 4 dicembre, da qui in poi l’elenco messo a punto dall’ex comico con l’aiuto di Casaleggio, è tutto lacrime e sangue. Due miliardi dovrebbero arrivare dall’aumento delle imposte su banche e assicurazioni che le riverserebbero prontamente sulla clientela e sui loro conti correnti. Come accadrebbe con il rincaro dei canoni sulle trivellazioni per estrarre gas e petrolio: 1,5 miliardi. Facile prevedere che il prelievo si spalmerebbe su tutta la filiera energetica. Per arrivare al costo dei carburanti alla pompa. 
Un altro miliardo arriverebbe da una nuova tassazione sui giochi d’azzardo, mentre ben 5 miliardi si troverebbero disboscando con il machete le detrazioni fiscali. Tranne i percettori del reddito minimo di cittadinanza, 780 euro, tutti gli altri «ricconi» potrebbero perdere ad esempio il diritto a detrarre le spese mediche dalle imposte sui redditi. Basta guadagnarne 1000 di euro e «puff» i vantaggi fiscali sparirebbero. 
Ci sono poi altri 5 miliardi che secondo Grillo si potrebbero ottenere da un pacchetto di misure che vanno dai tagli agli «Organi costituzionali» alla confisca delle partecipazioni di Bankitalia. Fino al divieto di cumulo tra redditi autonomi e dipendenti: fai un secondo lavoro per arrotondare il magro salario che ricevi? O prendi i soldi in nero oppure quel che incassi te lo porta via lo Stato. Roba da far incazzare perfino Stachanov. 
Il conto, alla fine, sarebbe salato: 7 o 8 miliardi almeno, sfilati dalle tasche di chi già paga fior d’imposte, per finire pure a disoccupati di professione e incapienti solo per il Fisco. La manovra per la decrescita felice.