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 2017  maggio 19 Venerdì calendario

Patto tra Minniti e 76 sindaci

Milano Sarà la prova del nove. Se il protocollo sull’accoglienza dei migranti firmato ieri da 76 sindaci dell’hinterland milanese (su 134 totali) davanti al ministro dell’Interno, Marco Minniti, dovesse funzionare, segnerebbe l’addio ai maxi-centri di accoglienza come il Cara di Mineo e quello di Capo Rizzuto.
Accoglienza diffusa sul territorio e alleanza tra istituzioni. È la nuova ricetta varata ieri nei saloni della prefettura di Milano, presente il sindaco del capoluogo Beppe Sala alla vigilia della grande marcia sui migranti del 20 e prima dell’aggressione di un marocchino a un militare e a un poliziotto nella Stazione Centrale. «Oggi presentiamo all’Italia e all’Europa il modello Milano – aveva detto il ministro all’Interno – che tiene insieme due principi fondamentali: l’accoglienza e l’integrazione con la sicurezza. Quando pensiamo a un progetto di accoglienza diffuso, bisogna intenderlo in un rapporto amichevole fra lo Stato e le comunità locale. Stiamo facendo un investimento sul futuro del nostro Paese».
Fuori, i sindaci leghisti protestano con indosso la fascia tricolore. Attacca anche Matteo Salvini: «Uno dei primi punti del nostro programma sarà di cancellare i prefetti, cosa che purtroppo sbagliando non abbiamo fatto quando eravamo al governo».
Sala si rivolge ai primi cittadini che si sono rifiutati di firmare il protocollo: «Un sindaco non può girarsi dall’altra parte. Non si può far finta di niente e pensare che i problemi si risolvano magicamente». Chi non perde le speranze di coinvolgerli è il ministro, che chiede di lasciare «aperto» il documento per future adesioni, «non si sa mai che qualche pecorella smarrita venga in prefettura a firmare».
La «sfida impossibile», come l’ha definita Minniti, è stata la priorità del prefetto Luciana Lamorgese: aumentare il fronte di chi accoglie. Il risultato è un accordo che raddoppia i comuni impegnati a dare ospitalità, offrendo una serie di «garanzie» ai sindaci, a fronte di loro precisi impegni all’accoglienza.
«Ma i richiedenti asilo saranno inviati anche nei Comuni che non hanno firmato» assicura il prefetto. «È un modello all’avanguardia che avrà effetti postivi. Speriamo gli arrivi diminuiscano, ma dobbiamo essere pronti». Per ora non c’è nessuna inversione di tendenza: i dati del Viminale registrano un +34,9 per cento negli sbarchi dall’inizio dell’anno.