Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  maggio 19 Venerdì calendario

Scontrino generazionale

Qualcuno ancora si stupisce quando legge che i trentenni italiani vivono a casa dei genitori. Forse smetterà di farlo dopo avere conosciuto la storia di Alessandra, Andrea, Federica, Laura, Viola, Fabio, Barbara e Rita. Hanno più di trent’anni e da cinque, in qualche caso da dieci, lavorano presso la Biblioteca Nazionale di Roma. Si muovono nell’ultimo girone dell’inferno. Sotto i precari, che almeno uno stipendio lo prendono. Sotto i «voucheristi», che almeno un voucher lo prendevano, finché c’era. Accolgono i visitatori, si aggirano tra gli scaffali, gestiscono il magazzino. Ma alla fine del mese, anziché ricevere la busta-paga, sono loro a consegnare una busta in cui come formichine hanno raccolto gli scontrini del bar, compresi quelli caduti per terra o dimenticati sul bancone. Una fatica supplementare per farsi pagare 400 euro di rimborsi, senza contributi né tutele.
Questi schiavi moderni si definiscono «scontrinisti», ma tecnicamente sono dei volontari in quota a un’associazione presieduta da un sindacalista, che li presta allo Stato italiano per togliergli dalla coscienza il peso di passare direttamente per caporale. Entrarono in Biblioteca aspettando un concorso o un contratto che desse un senso alla loro invisibilità. Hanno chiesto in tutti i modi al governo di porre fine allo strazio e sono stati finalmente accontentati. Una circolare ministeriale ha comunicato che verranno presto sostituiti dai ragazzi del servizio civile, i quali riceveranno un rimborso analogo, ma almeno non dovranno racimolare gli scontrini. E questo in Italia si chiama Progresso.