Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  maggio 19 Venerdì calendario

Tre migranti ogni mille abitanti. Ecco la ricetta Milano per l’accoglienza diffusa

Ogni 1000 abitanti 3 migranti. Con un rapporto pari allo 0,3% tra chi abita nella Città metropolitana e chi è ospitato. Il protocollo Milano alla fine è tutto qui: spalmare il più possibile sul territorio migranti e richiedenti asilo. Il ministro dell’Interno Marco Minniti giura che non ci sono alternative se si vuol far fronte alle ondate di flussi migratori in crescita: «Milano è un modello per l’Italia e per l’Europa. Questo è un investimento sul futuro del nostro Paese». Il sindaco Giuseppe Sala annuisce: «Uno che fa il sindaco non può far finta che le cose magicamente si risolvano».
I numeri alla base dell’accordo lo confermano. Oggi nell’area di Milano e nel centro gestito dalla Croce Rossa a Bresso a Nord della città gravitano 4500 migranti. La maggioranza, 3600, sono sparsi nei centri di protezione internazionale e di prima accoglienza in città. Altri 500 sono nell’hub di Bresso gestito dalla Croce Rossa. Solo 400 i migranti e richiedenti asilo spalmati nei 132 Comuni dell’hinterland. Con le nuove quote i migranti sono destinati ad aumentare a circa 5000.
Su 132 sindaci 76 per ora hanno accettato di accogliere i migranti. Simone Negri, sindaco di Cesano Boscone, è uno di quelli che ha detto sì: «La scelta di definire e di chiedere ai sindaci la sottoscrizione di un protocollo è un buon tentativo di mettere ordine in una materia caotica, gestita fino ad ora senza alcun confronto con le istituzioni territoriali». Cosa che aveva provocato non pochi problemi. Visti anche i numeri dell’emergenza migranti: dal 18 ottobre 2013 ad oggi a Milano sono entrati in contatto con il sistema di accoglienza della città 124 mila migranti di cui 25 mila minori. Fino all’anno scorso il 98% dei migranti era in transito. Adesso – complici anche i «tappi» ai valici francesi, svizzeri e austriaci – i richiedenti asilo stanziali sono il 90%.
Il nuovo piano prevede invece un rapporto diretto tra Comune e prefettura che avrà il ruolo di ente appaltante. Un lavoro che ha impegnato negli ultimi 3 mesi il prefetto Luciana Lamorgese: «Il piano dell’accoglienza andava esteso. Ho incontrato tutti i sindaci. Abbiamo messo nero su bianco tutti gli aspetti della vicenda». La ripartizione di posti verrà stabilita in modo proporzionale incrociando la popolazione residente nel Comune accogliente al primo gennaio dell’anno scorso con il numero dei migranti sulla base del Piano Nazionale di Ripartizione Anci/ministero dell’Interno. Gli inserimenti in collaborazione con le associazioni del terzo settore e le ong con finalità sociali avverranno entro il 31 dicembre di quest’anno. Rimane il nodo dei 56 Comuni che non hanno ancora firmato. Molti dei quali soprattutto quelli a guida leghista hanno manifestato ieri davanti alla prefettura. Ma Milano, sul modello di Barcellona, si prepara ad un’altra manifestazione per sabato: la marcia «20 maggio senza muri» che attraverserà la città, promossa dall’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino e che vedrà in prima fila il sindaco Giuseppe Sala con la fascia tricolore e sul palco chi ha firmato l’appello per l’accoglienza, da Emma Bonino a don Colmegna della Caritas.