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 2017  maggio 18 Giovedì calendario

«Non sono uno che molla». L’addio di Nixon che fu travolto dallo scandalo Watergate

«Non sono mai stato uno che molla. Lasciare l’incarico prima di aver completato il mandato va contro ogni istinto nel mio corpo. Ma da presidente devo dare priorità agli interessi dell’America. Per questa ragione ho deciso di rassegnare le dimissioni con effetto a partire dal mezzogiorno di domani». È l’8 agosto 1974, Richard Nixon, 37esimo inquilino della Casa Bianca, getta la spugna. Tre giorni prima, il lunghissimo scandalo Watergate, che segnava l’amministrazione da due anni, arriva a una svolta con la pubblicazione della famosa «pistola fumante»: l’intercettazione di una conversazione del 23 giugno del 1972 nello Studio Ovale tra Nixon e il capo dello staff della Casa Bianca, H.R. Bob Haldeman, che discutevano su come ostacolare, con l’aiuto della Cia, le indagini sulle operazioni di spionaggio all’interno degli uffici del Partito democratico, nel complesso del Watergate a Washington. La Camera era pronta a votare l’impeachment quando Nixon si dimise, unico presidente nella storia Usa. I soli due a essere messi in stato d’accusa (ma entrambi poi «assolti» dal Senato) sono stati invece Andrew Johnson, nel 1868, e Bill Clinton, nel 1998.