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 2017  maggio 18 Giovedì calendario

La sponda di Putin a Gentiloni: «La Libia divisa, danno per tutti»

Nella saletta stampa annessa alla dacia di Putin, i giornalisti russi e lo staff del presidente sono in solluchero: lo «zar», insolitamente sorridente, sta dispiegando uno show spumeggiante. Un crescendo di battutine, sarcasmi, provocazioni, tutte in chiave filo-Trump. Ad un certo punto Putin si rivolge con lo sguardo verso Sergei Lavrov, suo seriossimo ministro degli Esteri e dice: «Dovrò fargli un appunto per non avermi rivelato le informazioni top secret» del suo incontro alla Casa Bianca. E chiude con un’altra battuta sulfurea: «Il mio messaggio a Gentiloni per il G7? È un’informazione segreta».
Show originalissimo, difficile restare impassibili: Paolo Gentiloni, al fianco di Putin, è attento a non tradire espressioni, perché sa bene quanto la mimica facciale in certi casi possa diventare notizia, ma alla fine un sorriso spunta anche sul viso del controllatissimo presidente del consiglio. In realtà Gentiloni alla fine sarà soddisfatto per l’accoglienza ricevuta dal presidente russo, che oltretutto replica quella altrettanto calorosa ricevuta in Cina dal presidente Xi Jinping.
Certo, in diplomazia c’è sempre un’affettata ritualità nello scambio di complimenti, ma Putin non è tipo da sdilinquirsi più di tanto. Un’ora prima, il presidente russo, parlando nel suo studio davanti alle telecamere – fatte entrare per 3 minuti, esattamente come si usa alla Casa Bianca – aveva subito calato un complimento nei confronti del presidente del Consiglio: «Ci siamo visti recentemente in Cina e sono molto felice di rivederci. Avevamo notato un certo declino nell’interscambio italo-russo, ma da quando lei è diventato premier l’interscambio è tornato a salire. Nei primi dell’anno è in crescita del 28%».
Ma il meglio è venuto qualche minuto più tardi, quando le porte si sono chiuse e i due hanno iniziato a parlare con linguaggio meno felpato. E con un filo di sorpresa, sulla questione-Libia Gentiloni ha sentito da Putin quel che avrebbe immaginato di ascoltare un mese fa dal presidente degli Stati Uniti: la Libia non va smembrata. Vladimir Putin sa benissimo quanto importante sia per l’Italia la questione libica. Ma in quell’area di Mediterraneo proprio Putin in questi anni ha riconquistato uno spazio, grazie al ritrarsi di Obama e al mancato riassetto dopo l’assalto franco-inglese del 2011. Una mano ai russi l’hanno data gli egiziani: Al Sisi ha firmato accordi militari per miliardi di dollari con Mosca e sempre egiziani sono gli sponsor del generale ribelle Khalifa Haftar, leader militare della Cirenaica che sinora ha ostacolato chi, come l’Italia, ha puntato all’unità della Libia. Dunque, la Russa punta sullo smembramento della Libia?
A tu per tu con Gentiloni, Putin ha parlato chiaro: «Per noi, l’Italia resta un punto di riferimento. Una Libia divisa non favorirebbe la stabilità dell’area, a cominciare da quella dell’Egitto». E così, mentre in pubblico Putin sosteneva Trump, in privato diceva agli italiani quel che loro avrebbero voluto sentire dal presidente americano. E sulla scia di queste parole, in conferenza stampa i due hanno lasciato intendere quale fosse la linea «comune». Prima sono andati in scena lo show di Putin e la sua breaking news; poi si è parlato di Libia e Gentiloni ha sintetizzato il punto di intesa: «L’obiettivo di una convergenza ancora più larga in Libia è un obiettivo condiviso. Una Libia più unita aiuta la stabilità della regione. Una Libia divisa sarebbe un pericolo per tutti».
E anche sul tema spinosissimo delle sanzioni russe, Gentiloni ha tenuto sulla tradizionale linea filo-russa che negli ultimi 25 anni ha unito Prodi, Berlusconi e Renzi: «Nessuno pensi che l’Italia romperà in solitaria con i suoi alleati» dell’Unione Europea, ma nessuno creda che decisioni sul rinnovo delle sanzioni alla Russia dopo la crisi ucraina possano essere prese con il pilota automatico senza essere precedute da discussioni». È il massimo che un leader europeo possa dire e zar Vladimir annuiva con uno sguardo benevolente e silenzioso.
E anche sul G7 Gentiloni ha pronunciato parole che Putin ha apprezzato, stavolta annuendo con la testa: «La Russia è un attore molto importante sulla scena internazionale, nel Mediterraneo e in tanti scenari» e quindi «le opinioni della Russia devono essere parte della nostra discussione». E ancora: «Tener conto di un attore così importante è un dovere per chi ha il compito di presiedere il G7».