17 aprile 1979
Morte di Paolo Barison
IMPERIA — Gigi Radice è in gravissime condizioni all’ospedale di Imperia. Il tecnico del Torino è rimasto vittima di un impressionante incidente stradale in cui hanno perso la vita l’ex calciatore del Milan Paolo Barison ed Enrico Elia, un avvocato torinese di 56 anni. Gigi Radice e il suo inseparabile amico Barison erano reduci da una breve vacanza. Forse per dimenticare le amarezze del campionato e della sconfitta subita sabato scorso contro il Milan, Radice, in compagnia della moglie Nerina, di Barison e di Odoardo Traversa, fratello del vice-presidente del Torino, si erano recati a Mortola Superiore, al confine italo-francese, a casa di Ferretti, allenatore in seconda della squadra granata.
Lunedi la comitiva si era spostata a Ospedaletti, nella casa del Traversa. Nella mattinata di ieri il tragico rientro. Radice e Barison salivano sulla Fiat «130» coupé, color argento, che l’allenatore granata aveva avuto in regalo dal presidente Pianelli dopo la conquista dello scudetto nel 1976; la signora Nerina decideva, invece, di recarsi in treno a Chiavari dove l’attendevano i figli Ruggero e Cristina. L’altra figlia dei coniugi Radice, Elisabetta, la maggiore, si trova in Sicilia in vacanza. L’incidente, gravissimo, è accaduto sull’Autostrada dei Fiori, poco prima del casello di Andora, alle 10.30. Un autotreno Fiat Iveco, condotto dal ventisettenne Gino Longo di Lonate Pozzolo (Varese), diretto da Gallarate a Sanremo, che trasportava vetture Opel, ha sbandato, ha sfondato il guard-rail ed è piombato nella corsia opposta. Rovesciatosi, l’autotreno ha proseguito la sua folle corsa travolgendo prima un’Alfetta, poi una «128», la «130» di Radice e ancora un’Alfetta e una «128».
L’auto del tecnico granata prendeva immediatamente fuoco: Radice si salvava perché veniva scaraventato fuori dall’abitacolo, mentre per il povero Barison, rimasto imprigionato fra un groviglio di lamiere, non c’era più nulla da fare. «Pioveva — ha raccontato il Longo, rimasto incolume dopo l’incidente —, andavo a circa novanta all’ora. Forse ho commesso l’errore di frenare. E’ stato terribile». Il corpo carbonizzato e irriconoscibile di Barison è stato trasportato all’obitorio di Andora, per il riconoscimento (Sergio Rotondo sul Corriere della Sera del 18 aprile)