Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  aprile 27 Giovedì calendario

Il robot in redazione

«I repubblicani hanno conservato il controllo della Camera e perso solo una manciata di seggi della loro solida maggioranza. Un sorprendente ribaltone, dopo che molti leader del Gop avevano temuto perdite in doppia cifra».
Attacco limpido, chiaro, efficace, anche un po’ commentato. Cosa c’è di strano, in questo pezzo che il «Washington Post» ha pubblicato sul proprio sito dopo le elezioni del novembre scorso? La firma, che non appartiene ad un essere umano, ma ad un robot di nome «Heliograf».
Informazione economica
Lo storico giornale di Jeff Bezos non è l’unico ad aver aperto le porte della redazione all’Intelligenza Artificiale. Da oltre due anni l’agenzia Associated Press usa un sistema sviluppato da «Automated Insights», che scrive migliaia di brevi articoli sulle trimestrali di aziende altrimenti dimenticate.
I concorrenti della Reuters hanno «assunto» «News Tracer», un algoritmo che valuta la credibilità dei tweet, mentre il quotidiano «Usa Today» adopera «Wibbitz» per produrre brevi video, condensando il materiale contenuto negli articoli. Durante le «Convention» democratica e repubblicana dell’anno scorso, invece, il sito BuzzFeed ha lanciato «BuzzBot», un sotfware che raccoglieva informazioni da fonti impegnate sul terreno.
Esordio alle Olimpiadi
«Heliograf» è forse il robot più avanzato in circolazione nei giornali. Ha esordito alle Olimpiadi di Rio, pubblicando dati e statistiche che avrebbero fatto impazzire i giornalisti in carne ed ossa. Subito dopo il «Post» lo ha inviato alle elezioni per scrivere veri e propri articoli. Il robot prendeva le informazioni da banche dati come VoteSmart.org e le trasformava in pezzi da pubblicare, sulla base delle indicazioni ricevute dai programmatori, e sotto il controllo di esseri umani.
Ciambella di salvataggio
Nell’era delle fake news, forse, le macchine sono la ciambella di salvataggio per tornare all’obiettività e alla credibilità perdute dai media, vecchi e nuovi. Chi ha scelto di aprire le redazioni ai robot, però, non punta all’estinzione dei giornalisti. Lo scopo, al momento, è delegare alle macchine i lavori più noiosi, come la ricerca dei dati e la scrittura degli articoli meno importanti, o basati su informazioni disponibili a tutti. Così i reporter vengono liberati dalle scocciature e hanno il tempo e il modo per dedicarsi alle storie di qualità, che continueranno a richiedere l’intelligenza degli esseri umani e, possibilmente, attirare i lettori su tutte le piattaforme.