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 2017  aprile 27 Giovedì calendario

Stop alle perdite e niente colpe. Le banche pronte a uscire

L’ultima «chiamata» è stata poco prima di Natale. Intesa e Unicredit, con Pirelli, Immsi e Atlantia, hanno messo nuovo capitale in Cai, la holding alla quale fa capo tramite MidCo il 51% di Alitalia.
L’ultimo versamento è ancora una parte dell’operazione lanciata nell’estate del 2014 grazie alla quale venne tenuta in piedi la compagnia. Ma le risorse raccolte sono servite per sostenere ancora la società «provata» dall’andamento della compagnia aerea e dal peso dei residui dell’avventura dei «patrioti» finita con l’ingresso di Ethiad. Il No dei dipendenti all’accordo lascia libere le banche le mette uno stop, spiega una fonte, alle perdite realizzate fin qui. Sollevandole dalla responsabilità di una nuova crisi – la terza dal 2008 – della compagnia.
Le posizioni
Unicredit, che nell’operazione ha perso 500 milioni in tre anni come ha detto l’ad Jean Pierre Mustier, si è già chiamata fuori. Alla finestra Intesa Sanpaolo, che con Unicredit ha i due terzi di Cai e dunque un terzo di Alitalia. L’istituto guidato da Carlo Messina fino all’ultimo ha dato la propria disponibilità a valutare alternative al commissariamento. Anche se, si spiega, le ipotesi allo studio non avrebbero trovato il sostegno di tutti i soggetti coinvolti. La strada del commissariamento però presenta più di una incognita. Soprattutto, si ricostruisce, per quanto riguarda la possibilità di chiudere la partita in tempi brevi. La procedura della legge Marzano comporta infatti una serie di passaggi che rendono complesso l’arrivo di un nuovo socio in tempi brevi. L’obiettivo degli istituti, che hanno già azzerato il valore in bilancio della partecipazione, resta quello di salvaguardare i propri crediti nei confronti di Alitalia.
In posizione difficile, seppur più defilata, c’è anche Monte dei Paschi. Azionista anch’essa di Cai e creditrice sia della holding che della compagnia aerea, è in attesa dell’ingresso dello Stato nel capitale. Con l’imbarazzo di doversi trovare a negoziare questa complessa partita con il proprio azionista di controllo. In tutta questa vicenda c’è anche da registrare l’ira di Etihad, che lascia Alitalia con una pesante perdita.
Unica alternativa
A questo punto però il commissariamento secondo la legge Marzano sembra l’unica strada percorribile. Dopo l’assemblea di Alitalia, prevista per il prossimo 2 maggio in seconda convocazione, il ministero dello Sviluppo economico guidato da Carlo Calenda indicherà i commissari. La scelta sarebbe quella di una terna di nomi. Accanto a Luigi Gubitosi e Enrico Laghi (commercialista, presidente di MidCo, consigliere di Cai e sindaco di Unicredit) dovrebbe arrivare un terzo professionista.
Aerei in leasing
In attesa degli sviluppi c’è già chi si candida a prendere pezzi della compagnia. È il caso di Malaysia Airlines, che con una intervista a Reuters si dice interessata a prendere in leasing fino a otto Airbus A330 della flotta Alitalia. «È difficile vedere come possano riprendersi dalla pressione che stanno vivendo in questo momento», ha detto l’ad di Malaysia Peter Bellew.