Il Messaggero, 27 aprile 2017
Bargnani scaricato anche dal Vitoria. Il futuro è italiano
ROMA La carriera di Andrea Bargnani è ufficialmente diventata un pezzo rock. Di quelli in cui l’inciso della canzone viene ripetuto a volume sempre più basso e chi la balla si schiaccia sempre di più verso il suolo aspettando l’impennata di volume che fa riesplodere in un colpo solo la canzone e il ballo. Il problema è che nel caso di Andrea l’esplosione liberatoria non arriva mai. L’ultima nota bassa ha vibrato ieri quando il Vitoria, squadra spagnola con la quale il romano la scorsa estate aveva firmato un biennale dopo l’addio alla Nba, ha annunciato la rescissione consensuale del contratto con il giocatore. Il cui futuro appare adesso una sorta di rebus nel quale l’unica parola facilmente intuibile è Italia.
LENTO DECLINO
Bargnani è il classico giocatore da alti e bassi con la particolarità di aver concentrato tutti i primi nella fase iniziale della carriera per poi lasciare spazio per lo più ai secondi. Per il basket italiano Andrea è stato il Messia. Quando nel 2006 venne scelto al Draft Nba da Toronto alla chiamata numero uno c’era la sensazione netta che qualcosa di importante nella nostra pallacanestro stesse per succedere. Ed è successa, infatti. Ma non a lui. A beneficiare dell’onda lunga sono stati più i suoi successori, Marco Belinelli e Danilo Gallinari. Il Mago, invece, dopo aver illuso tutti nelle sue prime stagioni in canotta Raptors, è rimasto schiacciato dalla sfortuna e da qualche suo limite tattico. I trasferimenti ai Knicks prima e ai Nets poi non hanno risollevato la situazione. Anzi: Andrea molla Brooklyn in avvio di 2016 e si mette alla finestra. L’offerta buona arriva solo in estate, quella del Baskonia Vitoria. Il ritorno in Europa però è una delusione. Bargnani gioca solo 31 partite – l’ultima a febbraio – prima di un altro infortunio.
LE SCELTE
Ieri la notizia della rescissione consensuale, con un comunicato di poche righe e senza ulteriori dettagli. Che rilancia gli interrogativi sul futuro e sui perché. Già la scorsa estate si era parlato di un ritorno in Italia, con Milano in prima fila. Poi arrivarono gli spagnoli. Ma, a questo punto, l’offensiva EA7 per la prossima stagione è più che probabile. Si era parlato anche di un tentativo della Virtus Roma, che faceva appello al cuore di Andrea, ma la A2 e l’ingaggio del giocatore sembrano limiti insormontabili. Così, in attesa che il mercato faccia il suo corso, l’attesa è tutta per questa estate, quando l’Italia sarà attesa dagli Europei ed, esattamente come successe un anno fa, prima del torneo di qualificazione olimpica, dovrà contare su un Bargnani dalla condizione indecifrabile.
I PERCHÉ
Al di là di tutto la sfortuna ha condizionato molto la carriera del romano. Un dato è però curioso. Nei giorni scorsi sia i tifosi dei Knicks che quelli dei Raptors sono stati chiamati in causa da testate legate ai club per votare il peggior giocatore della storia della franchigia. Entrambi hanno eletto Bargnani. Nettamente i Knicks, che avevano allestito addirittura un tabellone tennistico con 64 giocatori, di misura i Raptors che gli hanno dato appena un voto in più di Turkoglu. Andrea, con ogni evidenza, ha vinto senza (de)merito entrambi i contest. A New York, specie negli ultimi anni, hanno visto il peggio della Nba, hanno strapagato giocatori che non hanno mai risposto alle aspettative. In Canada hanno perso le scommesse Turkoglu, O’Neal, Fields, Gay. E allora? Andrea paga il suo atteggiamento, spesso in apparenza svogliato. Il suo ciondolare per il campo che non dimostra aggressività. E una refrattarietà alla difesa che è un suo grosso limite (ma in Nba era in ottima compagnia). L’aria di casa potrebbe fargli bene, infortuni permettendo. Anche perché l’Italbasket ha tanto bisogno di lui.