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 2017  aprile 27 Giovedì calendario

Se la laurea non attira i nostri studenti

Ieri, Eurostat, l’ufficio statistico europeo, ha pubblicato i dati riferiti al 2016 riguardanti i 30-34enni che hanno un’educazione di livello universitario. Come per gli anni precedenti, l’Italia è al penultimo posto in Europa – davanti solo alla Romania – con il 26,2%. Si confronta con una media della Ue del 39% o, per dire, con la Gran Bretagna che è al 47%. Lo stesso rapporto di Eurostat indica che in Italia più del 13% di coloro che hanno tra i 18 e i 24 ha abbandonato gli studi o i corsi di formazione in anticipo: peggio fanno solo Portogallo, Romania, Spagna e Malta. Le ragioni di questa debolezza italiana sono molte e vanno dalle caratteristiche culturali del Paese al mercato del lavoro. Sarebbe strano però se non ci fosse anche un problema specifico della scuola, della sua qualità e della sua capacità di dimostrarsi positiva per chi la frequenta: qualcosa che cioè non incoraggia a proseguire gli studi. Infatti sembra esserci. Nei giorni scorsi, l’Ocse ha pubblicato il terzo volume di risultati Pisa, uno studio ampio e profondo realizzato tra studenti quindicenni (che hanno tra i 15 anni e tre mesi e i 16 anni e due mesi) in 72 Paesi. Complessivamente, la media di coloro che si dicono «molto soddisfatti» della loro vita è del 34,1%, dato che in Italia scende al 24,2%. I «non soddisfatti» della propria vita nel nostro Paese sono il 14,7% mentre la media internazionale è l’11,8%. I ragazzi italiani che dicono «sono molto teso quando studio» sono il 56,4%, contro una media del 36,6%. Sembra insomma esserci un disagio nei confronti della scuola, tra insoddisfazione e pesantezza dell’impegno. Gli studenti italiani che si sentono supportati dai genitori quando incontrano difficoltà scolastiche sono l’89,3%, contro il 90,6% medio nei 72 Paesi considerati. Questa situazione probabilmente influisce sulla decisione di intraprendere un percorso universitario. In Italia, i quindicenni che si aspettano di ottenere una laurea sono il 38,3% e si confrontano con una media del 44,2% per l’universo dello studio Ocse-Pisa. Qui però è interessante notare quanto oggi in Europa l’università sia vista meno che altrove come un’opportunità. Negli Stati Uniti, il 76% dei ragazzi intende laurearsi, in Qatar siamo al 76,5%, in Colombia al 76,3%, in Corea del Sud al 75%, in Turchia al 70,6%; in Francia siamo invece al 32%, in Germania al 17,8%, in Spagna al 51%. Anche la geografia dell’istruzione cambia.