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 2017  aprile 27 Giovedì calendario

Caso Bergamini, dopo 28 anni due indagati per omicidio volontario

Riesumazione del cadavere fissata il 2 maggio dopo quasi 28 anni, due indagati per omicidio volontario e premeditato con diverse aggravanti (compresi i futili motivi) che rendono impossibile la prescrizione. Sono le colonne portanti della nuova inchiesta (la terza) sul caso di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza trovato morto il 18 novembre del 1989 ai piedi di un camion in circostanze misteriose e definito «un suicidio» dagli inquirenti di allora. Conclusione sempre rigettata dalla famiglia per via di molteplici incongruenze, sottovalutate in modo incredibile nelle indagini condotte dai carabinieri di Roseto Capo Spulico e coordinate dalla Procura di Castrovillari. Ora quella «verità», certificata in un processo per omicidio colposo all’autista (assolto), è messa in discussione proprio dalla stessa Procura che accusa Isabella Internò, l’ex fidanzata di Bergamini presente sul luogo della tragedia, e Raffaele Pisano (guidava il Fiat Iveco 180 sotto il quale il giocatore si tuffò, secondo la ricostruzione della Internò da lui confermata) di aver commesso un omicidio e poi realizzato una messa in scena per coprire il delitto.
SPIEGAZIONI Il nuovo procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla, con un passato importante da pm alla Dda di Catanzaro, ha spiegato ieri a Raisport perché ha deciso di dare seguito all’esposto presentato dalla famiglia Bergamini attraverso l’avvocato Fabio Anselmo (legale battagliero come dimostrano i casi Cucchi, Uva e Aldrovandi da lui seguiti con successo) per la riapertura del caso: «Procederemo con la riesumazione perché vogliamo approfondire con le tecniche di cui oggi si dispone tutti i possibili aspetti di quello che non è ipotizzabile come suicidio». Ancora Facciolla: «Il movente dell’omicidio? Un mix di questioni sentimentali e legate ad altre tematiche. Sembrerebbe una vicenda chiusa in un rapporto tra pochi soggetti che evidentemente hanno goduto di protezione e non è da escludere il coinvolgimento della mafia».
ANALISI TECNICHE L’obiettivo dell’inchiesta è capire cosa accadde quella sera. Decisivi gli esami che saranno effettuati, con delle tecniche avanzatissime, sui resti del corpo di Bergamini. Una vittoria dell’avvocato Anselmo che nel febbraio 2015 aveva chiesto al gip di Castrovillari di non accogliere la richiesta di archiviazione avanzata dal vecchio procuratore capo (Franco Giacomantonio, che aveva riaperto il caso nel giugno 2011) proprio per consentire questi approfondimenti. Il giudice, però, li bollò come «sperimentali» e inattendibili. Due anni dopo il vento è cambiato. Bergamini è morto per l’emorragia dell’arteria femorale provocata dalle ruote, ma il Fiat Iveco 180 gli sarebbe passato sopra quando era già cadavere come è stato ipotizzato in una recente perizia dei Ris. Cosa compatibile col corpo intatto (a parte la ferita mortale), vestiti puliti e l’orologio al polso funzionante. A scricchiolare da sempre la versione della Internò: «Denis si è tuffato sotto il camion ed è stato trascinato per metri». Come siano andati i fatti in quel sabato, col giocatore che aveva abbandonato senza motivo il ritiro del Cosenza alla vigilia della gara contro il Messina per intraprendere l’ultimo viaggio insieme all’ex ragazza, è ancora un mistero. Ma forse la nebbia sta per essere dissolta dalla nuova inchiesta.