22 marzo 1979
In Afghanistan rivolte islamiste contro il governo filosovietico di Kabul
l ribelli afgani stanno impegnando le forze del presidente Taraki in ben otto provincie del Paese. Lo ha affermato ieri Mujaddadi, presidente del Fronte di liberazione nazionale che riunisce i gruppi della dissidenza musulmana afghana, in una conferenza stampa tenuta a Islamabad. Il governo filosovietico di Kabul ha annullato le festività del capodanno afghano in programma dal 21 al 23 marzo. Mujaddadi ha detto che i ribelli stanno attaccando la città di Chagha Serai da tre lati. Da questa città si controlla l’accesso alla provincia di Kunar che confina col Pakistan. Da Chagha Serai si potrebbe attaccare Jalalabad. Affermando quindi che centinaia di aderenti al Fronte nazionale vengono arrestati ogni giorno dal governo Taraki, Mujaddadi ha parlato di carceri piene e di torture inflitte ai detenuti. A suo dire al governo Taraki obbedisce meno dell’un per cento della popolazione, e cioè i soli comunisti. Mujaddadi ha negato che il Fronte riceva armi da paesi stranieri. In molti casi, secondo il presidente del Fronte, i ribelli si battono con armi rudimentali, bastoni, sassi, bottiglie molotov. Quanto al Pakistan, Mujaddadi ha detto che ha fornito una certa assistenza ai profughi afghani, che sono circa 40.000, ma questa gente manca di molte cose e bisognerebbe che altri Paesi intervenissero per ragioni umanitarie. Il governo di Kabul ha già accusato l’Iran di avere infiltrato in Afghanistan ben quattromila uomini col compito di sostenere e fomentare la rivolta musulmana. Nella vicenda ha un ruolo di primo piano anche l’URSS. Proprio ieri l’organo del PCUS Pravda ha rinnovato le accuse al Pakistan di prestare aiuto ai ribelli musulmani. Il giornale afferma inoltre che Stati Uniti, Cina, Inghilterra, Germania Ovest, Egitto e altri Paesi arabi stanno intensificando la propaganda contro l’ Afghanistan nel quadro di un piano comune inteso a incoraggiare i ribelli afghani.