26 gennaio 1979
La Cina chiede aiuto all’Occidente in funzione antisovietica
Alla vigilia del viaggio di Deng Xiaoping a Washington, Breznev ha avvertito i governi occidentali che sarebbe pericoloso per tutti armare la Cina allo scopo di contenere la potenza sovietica. Ma oggi gli americani, come i tedeschi, non vendono armi alla Cina. Gli inglesi concedono solo aerei a decollo verticale Harrier, i francesi elicotteri e missili anticarro. Invece i cinesi moltiplicano inviti ed appelli con l’argomento che il loro paese, vincolando 45 divisioni sovietiche sui confini orientali, è di fatto «il sedicesimo membro della NATO». I senatori americani guidati da Sam Nunn, in visita a Pechino qualche settimana fa, non potevano credere all’interprete che traduceva esortazioni a una maggior presenza militare degli Stati Uniti in Estremo Oriente, offrendo persino l’ospitalità dei porti cinesi alla flotta del Pacifico. Ma per ora la Cina rimane con il suo primitivo esercito tradizionale, tre milioni e mezzo di uomini, con armi arretrate di vent’anni rispetto alle macchine militari delle superpotenze, con i bombardieri TU 16 del 1954, con missili che non superano il medio raggio.
Secondo una tesi sostenuta anche dal Karol sul Nouvel Observateur, «l’URSS è decisa a impedire con tutti i mezzi che la Cina esca dal sottosviluppo», perché l’industrializzazione prima o poi comporterebbe comunque la parità sul terreno militare. L’URSS può ottenere dagli occidentali e dal Giappone crediti a lungo termine, interi complessi meccanici e chimici, tecnologia elettronica e colossali oleodotti o gasdotti persino con vantaggio strategico, ma se gli occidentali e il Giappone stipulano accordi simili con la Cina «accerchiano l’URSS».
Non si può «occupare la Cina». A differenza degli «han» in Cina, i «grandi russi» sono appena il 53,5 per cento della popolazione sovietica (censimento 1970), un mosaico di settanta etnie. Nella stessa federazione russa, la maggiore delle quindici repubbliche sovietiche, convivono con i russi sedici gruppi etnici diversi, dai baschiri ai burlati, dai calmucchi ai ciuvasci.
Arnold Toynbee: «Se guardate una mappa cinese degli anni intorno al 1850, voi vedete che gran parte dell’odierno Estremo Est sovietico era dentro i confini dell’impero Manchu. 1 cinesi non lo dimenticano. Essi furono assolutamente umiliati»